Molte epoche nella storia del nostro Pianeta hanno attraversato momenti di grande crisi, ma i problemi attuali sono più complessi. I mass media ci hanno fatto conoscere le conseguenze del cambiamento climatico che mette in pericolo la sopravvivenza dell’Umanità.
Da decenni gli scienziati ci avvertono di cambiare paradigma, per prevenire problemi difficilmente gestibili. Lo stesso coronavirus è un campanello di allarme. Altre malattie potrebbero insorgere per i danni all’ambiente causati dalle attività umane incontrollate.
Fanno riflettere le dichiarazioni di Gustave Speth, giurista e avvocato ambientale americano, che nel 1982 ha fondato lo World Resources Institute, a Washington D.C., USA: «Noi scienziati non sappiamo come fare. » «Una volta pensavo che i principali problemi ambientali fossero la perdita di biodiversità, il collasso degli ecosistemi e il cambiamento climatico. Pensavo che trent’anni di buona scienza potessero affrontare questi problemi. Mi sbagliavo. I principali problemi ambientali sono l’egoismo, l’avidità e l’apatia, […] e per affrontarli abbiamo bisogno di una trasformazione culturale e spirituale. E noi scienziati non sappiamo come farlo.»
Celebre è la frase di Albert Einstein: «La religione senza la scienza è cieca, la scienza senza la religione è zoppa!»
Nella ricerca della verità, di soluzioni adeguate, giuste ed eque, non si può prescindere dalla rivelazione religiosa, ovvero dall’altro grande sistema di conoscenza umana. Alla base di tutto ci sono i comportamenti umani e quindi è opportuno parlare di vera conoscenza, di etica e di morale.
Le religioni sono sorelle, perché provengono da una stessa Fonte. Esse sono figlie di un unico Creatore e invitano a leggere e a meditare le sacre scritture. L’obiettivo comune è mettere in pratica gli insegnamenti morali. La sincerità, l’onestà, la coerenza, la cortesia, l’amore sono le qualità richieste ai credenti di ogni religione.
L’insegnamento religioso che sia in disaccordo con la scienza è pura invenzione. «La realtà è una e non ammette molteplicità». [‘Abdu’l-Bahá, Antologia, Casa Editrice Bahá’í, pag. 280.]
«Noi possiamo paragonare la scienza a un’ala e la religione a un’altra. Un uccello necessita di due ali per volare, una soltanto sarebbe inutile. Qualsiasi religione che contraddice la scienza o si oppone ad essa, non è che ignoranza, poiché l’ignoranza è l’opposto della sapienza.
Tutto ciò che l’intelligenza umana non può accettare, la religione non dovrebbe accettarlo. La religione e la scienza camminano a braccetto e qualsiasi religione contraria alla scienza non è la verità.» [‘Abdu’l-Bahá, La Saggezza, Casa Editrice Bahá’í, pag. 159-160.]
I due sistemi di conoscenza sono due facce di una stessa realtà. È interessante leggere ciò che scriveva Albert Einstein: «Scienza e Religione non in contrasto, ma complementari.» Entrambe sono relative. Inoltre la ricerca è utile se produce frutti di pace e unità.
Nelle religioni si scopre l’esistenza di un Patto fra il Creatore e le creature, che non saranno mai abbandonate. Per esempio la Bhagavad Gita degli Indù annuncia l’intervento divino nella storia umana ogni qual volta le condizioni lo rendano necessario.
«Ascolta questa grande verità, per quanto non nato, di natura indistruttibile, al di sopra di ogni nascita e di ogni rinascita, essendo il Signore di tutte le creature, ma dominando la mia stessa creatura, poiché tutto proviene da Me, è in Mio potere apparire nel Mio universo e nasco proprio in virtù di tale potere, di tale mio pensiero, di tale volontà. Ogni qualvolta vi è una decadenza nella religione e ascendenza nell’empietà, sappi, o principe, che Io, Signore di tutte le cose, mi rendo manifesto, visito il mondo visibile, il Mio mondo, mi rivesto di un corpo e, uomo tra gli uomini, con la Mia influenza ed il Mio sapere, proteggo i buoni e distruggo i malvagi per ristabilire fermamente gli antichi valori. Il mio nascere ed il mio rinascere è già avvenuto infinite volte.» [Bhagavad Gita IV: 6-8, traduzione di Yogi Ramacharaka, lo Yoga per la totale libertà.]
Citazioni analoghe si trovano nei testi sacri delle varie religioni.
Le varie rivelazioni hanno dato origine progressivamente alle civiltà umane: induista, buddista, ebraica, zoroastriana, cristiana, islamica, e da poco sta iniziando il suo percorso quella bahá’í.
Alla base di tutte le relazioni umane sono richieste rispetto ed onestà, secondo la Regola Aurea. [Crf. Wikipedia https://it.wikipedia.org/wiki/Etica_della_reciprocit%C3%A0]
A questo proposito è da ricordare la Dichiarazione per un’etica mondiale [Per un’etica mondiale Archiviato il 31 luglio 2009 in Internet Archive, www.weltethos.org] del Parlamento delle religioni mondiali nato nel 1893 a Chicago che ha proclamato la regola aurea come principio etico universale.
Il progetto per un’etica mondiale [Dichiarazione per un’Etica globale: https://www.weltethos.org/1-pdf/10-stiftung/declaration/declaration_italian.pdf ]
(in tedesco Weltethos) rappresenta il tentativo di descrivere i tratti in comune delle religioni mondiali e di stabilire un piccolo elenco di regole fondato su esigenze etiche fondamentali, che possa essere accettato da tutte. L’iniziatore del progetto è il teologo cattolico Hans Küng. I principi di base sono:
- nessuna sopravvivenza del nostro Pianeta senza un ethos globale,
- nessuna pace tra le nazioni senza pace tra le religioni,
- nessuna pace tra le religioni senza dialogo tra le religioni,
- nessun dialogo tra religioni e culture senza ricerca di base,
- nessun ethos mondiale senza un mutamento di coscienza, di religiosi e non religiosi.
Tutto ciò è promosso nella pubblicazione e nella mostra itinerante Religioni Mondiali, Pace Universale, Etica Globale. Fondazione Etica Globale, Ricerca interculturale e interreligiosa, educazione e incontro, Stiftung Weltethos. [World Religions, Universal Peace, Global Ethic. Global Ethic Foundation, Intercultural and interreligious research, education and encounter, Stiftung Weltethos.]
Dallo studio delle religioni emergono tre principi universali: unicità di Dio, relatività e progressività dei messaggi religiosi, un’Umanità unica e indivisibile.
«Ciò che Dio ha ordinato quale sovrano rimedio e come il più possente strumento per la guarigione del mondo è l’unione di tutti i suoi popoli in una Causa universale ed in una fede comune.» scrisse Bahá’u’lláh (1817-1892). [Cfr. www.bahai.it ]
Occorre che l’Umanità sia universalmente riconosciuta politicamente e giuridicamente, con il proprio diritto di esistere e che possa garantire ad ogni abitante della Terra una qualità di vita accettabile e dignitosa.
Il nuovo paradigma dovrà abbracciare il campo sociale, etico, economico ed ambientale, per una moderazione nei consumi, una libera e volontaria condivisione delle risorse, per garantire una sicurezza collettiva. La meta è pertanto un’armoniosa integrazione fra scienza, etica e religione.
Articolo pubblicato dall’autore su SOCIETA’ E COMUNICAZIONE, Rivista di Sociologia e Scienza Umana, dicembre 2020.