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Una delle mete da raggiungere in questo millennio è il conseguimento della pace mondiale permanente. L’Umanità è una e indivisibile, pur tuttavia sul Pianeta troviamo 200 Nazioni che affrontano i problemi dell’energia, dell’ambiente, dello sviluppo, della giustizia sociale in 200 modi diversi. L’Umanità non si è ancora data una forma organizzativa sopranazionale per cui non è in grado di affrontare emergenze globali, conflitti, degrado ambientale, sanitario, e sociale. La pandemia mette in luce la mancanza di un coordinamento nella situazione di emergenza sanitaria, economica e sociale che stiamo vivendo. La crisi è un’opportunità per prendere coscienza di proseguire nell’evoluzione giuridica verso nuove forme di unità nella diversità.
La Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo è stato un passo significativo, ma per salvaguardare dei diritti bisogna rispettare dei doveri. Si assiste in molte parti del mondo a continue violazioni dei diritti fondamentali, perché non è seguita la Dichiarazione Universale dei Doveri dell’Uomo e dei Popoli. Infatti l’Umanità finora non ha acquisito personalità giuridica: mancano un corpo legislativo mondiale, un corpo esecutivo mondiale, un tribunale internazionale, un corpo di polizia internazionale. Non esiste perciò ancora un Ente preposto a scrivere e a far rispettare le “regole” per tutto il genere umano.
La guerra è ancora “legale”, gli Stati sovrani hanno il “diritto” di dichiarare guerra, si “perseguono” solo gli eccessi [1]. Come per le vertenze personali si va dal giudice, anziché ricorrere al “duello”, analogamente per controversie fra gli Stati sovrani si dovrebbe ricorrere a un tribunale internazionale, togliendo alle singole Nazioni il diritto di dichiarare guerra.
L’educazione, alla cittadinanza mondiale, che tutti gli uomini sono fratelli, che tutte le religioni sono sorelle e figlie di un solo Dio, che ogni essere appartiene a un sistema vivente unico, può favorire il processo storico irresistibilmente rivolto al riconoscimento giuridico e politico dell’umanità.[2]
Il perseguimento del benessere e della sicurezza collettiva è imprescindibile per il raggiungimento di una qualità di vita accettabile per tutti i cittadini del pianeta.
L’Umanità è in cammino verso l’unità ed ha già sperimentato alcuni strumenti di aggregazione internazionale. A livello giuridico si possono elencare le seguenti forme.
- Accordi fra Nazioni: constano di dichiarazioni di volontà di Stati sovrani. Ad esempio l’Accordo di Schengen, per la libera circolazione dei cittadini europei nei 10 Stati firmatari, entrato in vigore il 26 settembre 1997, oppure gli Accordi di Kyoto del 1997 per la riduzione dei gas serra.
- Unione tra Nazioni: gli Stati possono accordarsi tra loro per affrontare problemi che trascendono i limiti della potenza e della competenza di ogni singolo Stato, formando le cosiddette unioni di Stati e passando da una realtà internazionale di semplice coesistenza a una fase di cooperazione. Un esempio, l’Unione Europea (UE), che comprende 27 Stati, destinata ad allargarsi. Le organizzazioni internazionali sono unioni di Stati e possono essere a carattere generale e particolare. L’esempio più importante di organizzazione internazionale a carattere generale con scopi generali e indeterminati è l’O.N.U., l’Organizzazione delle Nazioni Unite, creata nel 1945.[3]
- Confederazione Mondiale: è un’associazione di Stati sovrani, ognuno dei quali può e deve delegare parte dei suoi diritti e doveri a un governo centrale, ma non delega la sua sovranità, il diritto di armarsi e di dichiarare guerra. Il principio della sovranità nazionale è ancora preponderante e limita le possibilità di cooperazione fra le Nazioni. La Confederazione è una unione, tramite leghe o alleanze, allo scopo di agire come un gruppo, ma non come una vera unità delle Nazioni appartenenti.
- Federazione Mondiale: politicamente una federazione consiste di un solo potere sovrano. Le parti componenti possono avere tutti i tipi di poteri e il diritto di condurre i loro affari interni, ma non hanno sovranità, e nemmeno il diritto di armarsi e di dichiarare guerra alle Nazioni Federate. La federazione è una unione basata sul consenso reciproco, sottoponendosi a un patto vincolante (costituzione federativa) in base al quale sono ceduti alcuni dei propri diritti. Gli Stati Uniti sono un modello di federazione, come lo è la Federazione Russa. Un sistema federativo mondiale è una possibile struttura politica dell’unità dei popoli della Terra, una espressione della maturazione istituzionale ed esteriore. L’umanità, nel processo di forme organizzative planetarie, può andare oltre, adottando altri modelli, come un Superstato Mondiale oppure un Commonwealth organico.
- Superstato Mondiale: una forma di Stato unico per tutta la Terra, una fase intermedia fra la Federazione Mondiale e il Commonwealth Mondiale, con l’adozione di una lingua universale, una moneta universale, un sistema unico di pesi e misure.
- Commonwealth Mondiale: significa benessere generale o bene pubblico, ed è correlato al concetto di comunità e concordia. Il Commonwealth implica l’esistenza di istituzioni democratiche politicamente mature alle quali possa prendere parte l’intero corpo della umanità. Il Commonwealth è un governo che unisce i popoli attraverso comuni interessi, la condivisione delle risorse, di sentimenti e di mete, e l’adozione di una piattaforma di principi etici universali che rispettino le tradizioni spirituali e religiose. Il Commonwealth britannico è stato un esempio embrionale di una organizzazione sociale ed economica che salvaguardasse e promuovesse gli interessi degli abitanti delle Nazioni aderenti.
Non potrebbe esserci una visione sopranazionale se non si fossero formate le Nazioni. Tuttavia la giurisdizione delle Nazioni è diventata impotente nel gestire le emergenze che sono planetarie. Una Nazione da sola non può riuscire a risolvere i problemi dell’ambiente, delle modificazioni climatiche, dell’energia, della sanità, ecc… Le grandi, rapide e irrefrenabili immigrazioni stanno facendo la loro parte per abbattere l’ultimo baluardo del vecchio concetto di Stato sovrano: lo Stato monoetnico, monoculturale e monoreligioso, ma è un concetto che appartiene al passato e non tornerà più. Si intuisce allora la necessità di un Nuovo Ordine Mondiale, frutto di una profonda trasformazione della società, che salvaguardi la ricchezza delle diversità delle membra dell’Umanità (le Nazioni), attraverso un coordinamento, come “testa”, e un “cuore” propulsivo. La pandemia potrebbe darci una spinta in questa direzione? E’ un’opportunità da cogliere, ma ancora non è dato intravedere gli effetti della destabilizzazione in corso provocata dal virus e dalla gestione sanitaria, economica e sociale.
Note
[1] Ad esempio stupri o eccessivi bombardamenti sui civili nelle guerre ancora “legali”.
[2] Tale riconoscimento è oggi limitato agli Stati sovrani, alle multinazionali e ad alcune organizzazioni internazionali.
[3] A. De Ritis, Manuale di Diritto Internazionale Pubblico, Edizioni Concorsi per Tutti, 1998/1999.