Nel 2023 e nel 2024, con l’Associazione culturale Orizzonte Green, siamo riusciti ad organizzare per il 22 aprile eventi con classi delle superiori sull’importanza di salvaguardare la natura e l’ambiente.
Quest’anno la Giornata della Terra cade nelle vacanze pasquali, per cui molti saranno in vacanza, le scuole saranno chiuse e non c’è possibilità di coinvolgere una importante fascia di popolazione.
Mi accontenterò di scrivere e condividere alcune riflessioni in questo articolo.
Negli anni ’70 a scuola studiavo appassionatamente l’ecologia, la materia che analizza le interazioni tra gli organismi ed il loro ambiente. Si scopre che gli ecosistemi sono fragili, delicati e concatenati l’uno all’altro. Conoscere è un primo passo per acquisire responsabilità e di conseguenza rispettare gli esseri viventi e gli habitat naturali. L’interconnessione e l’interdipendenza degli habitat ci porta a considerare che siamo su una grande astronave, la Terra, e l’equipaggio è costituito da tutti gli esseri viventi.
Tutto quello che produciamo nel mondo viene prima concepito nella mente e nel cuore dell’uomo, pertanto dovremmo approfondire anche una ecologia della mente e del cuore, ovvero quali rapporti collegano la realtà costituita dall’insieme del mondo esteriore e di quello interiore, con le loro connessioni e interdipendenze. Per rispettare il mondo esterno, il mondo che c’è là fuori, occorre scoprire e conoscere anche il mondo interiore, che ci accomuna. Anche l’ambiente interiore va tenuto pulito
Questo è un passaggio fondamentale. Siamo consapevoli che la questione ambientale non è un problema economico o tecnologico, bensì umano, che riguarda la cultura, i comportamenti, l’etica e la morale?
Non c’è niente di negativo in senso assoluto, è sempre l’uso, o l’abuso delle conoscenze scientifiche e tecnologiche che può creare danni se alla base non c’è maturità e saggezza. Sono i comportamenti scorretti la vera causa dei problemi complessi e globali che ci troviamo ad affrontare individualmente e collettivamente.
Problemi complessi richiedono soluzioni complesse, problemi globali richiedono risposte ed impegno universali.
Ciò significa in primis, sforzo, impegno, servizio nei confronti dell’Umanità, sacrifico personale.
Alcuni lo hanno chiamato SEVA. SEVA è un termine sanscrito che significa «servizio disinteressato». Può indicare un’azione compiuta senza aspettarsi ricompensa o lode.
Come pulire la propria casa richiede sacrificio personale, o pagamento di qualcuno che lo faccia, così è anche per la Terra, c’è un costo che tutti dovremo pagare e ci vorranno forse molti decenni per ritrovare un equilibrio e rimettere le cose a posto.
Tuttavia essere consapevoli e concordi su tutto questo non è sufficiente, occorrono altri ingredienti da aggiungere in questo processo di avanzamento verso una civiltà più matura, rispettosa ed inclusiva. Ci vogliono studio, conoscenza, ispirazione, armonia tra scienza e religione, adozione di un nuovo paradigma per la costruzione di quel mondo unito, pacifico, equo, giusto ed ecosostenibile che tutti noi sogniamo.
Un nuovo paradigma che incorpori principi di etica universale. Moderazione nei consumi, libera e volontaria condivisione delle risorse, collaborazione anziché competizione, come del resto avviene già sulla ISS, la stazione spaziale orbitante. Lassù non c’è individualismo, protagonismo e competizione, ma collaborazione, lavoro di squadra. Il successo è il successo di tutti e l’insuccesso è di tutti. Se c’è un problema ci si consulta. Eventualmente si chiede aiuto a Terra.
Non c’è appropriazione delle risorse, come l’ossigeno, l’acqua, il cibo, il carburante, l’energia: nessuno dice «l’ossigeno è mio e non te lo do!» oppure «l’acqua è mia…». Vige la condivisione e la moderazione nei consumi.
Lassù, in orbita, non scoppiano conflitti, nessuno si mette a spaccare i vetri dei finestrini o i macchinari, altrimenti si rischia di compromettere la missione. La paura di non tornare sulla Terra condiziona tutto l’equipaggio.
Questo modello funziona, ma non è ancora applicato sull’astronave madre, sulla Terra, dai popoli che costituiscono l’equipaggio. Probabilmente non c’è ancora la percezione del pericolo di quello che stiamo combinando sulla Terra e pertanto prevalgono ancora egoismi individuali e collettivi.
La promozione della pace mondiale permanente è inscindibile con la sostenibilità ambientale. Guerre e conflitti non sono oggigiorno sostenibili per le perdite umane, per i danni materiali e per le devastazioni ambientali. Da una parte è necessaria un’educazione universale alla cittadinanza mondiale, ai valori, al rispetto; dall’altra una crescita dal punto di vista politico e giuridico dell’Umanità, che è una e indivisibile.
Siamo in cammino, le sfide sono opportunità di crescita, se si riesce a cavalcare le onde del mare in tempesta.
Abbiamo conosciuto il lato peggiore dell’uomo in questi millenni. E’ l’ora di iniziare a conoscere la nobiltà dell’essere umano, il lato migliore, per poter affrontare e vincere le minacce e le turbolenze di quest’era travagliata.
Dalla Giornata della Terra può scaturire la Giornata dell’Umanità, incentrata su valori ed insegnamenti universali. O ci si evolve, o ci si estingue.
Bibliografia
– Marco Bresci, Antica Sapienza, Valori ed insegnamenti universali.
– Fermare guerre e conflitti, documento scritto dall’Associazione Orizzonte Green e caricato sulla piattaforma Change.org