La giornata mondiale dell’ambiente (in inglese World Environment Day o WED) è una festività proclamata nel 1972 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite in occasione dell’istituzione del Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP) e viene celebrata ogni anno il 5 giugno. È stata celebrata per la prima volta nel 1974 con lo slogan Only One Earth (una sola Terra). La data fu scelta per ricordare la prima Conferenza delle Nazioni Unite sull’Ambiente, tenutasi dal 5 al 16 giugno 1972 a Stoccolma, nel corso della quale venne adottata la Dichiarazione che definì i 26 principi sui diritti dell’ambiente e le responsabilità dell’uomo per la sua salvaguardia.
Il tema della Giornata Mondiale dell’Ambiente di questo 2021 è il “Ripristino degli Ecosistemi”, con l’obiettivo di prevenire, fermare e invertire i danni inflitti agli ecosistemi del pianeta, cercando dunque di passare dallo sfruttamento della natura alla sua guarigione. La Giornata del 5 giugno lancerà ufficialmente il Decennio delle Nazioni Unite per il Ripristino dell’Ecosistema, introdotto con la missione globale di far rivivere miliardi di ettari, dalle foreste ai terreni agricoli, dalla cima delle montagne alle profondità del mare.
Per questa Giornata il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP) promuove una Guida pratica della Giornata Mondiale dell’Ambiente 2021 (nota anche con il nome di The Ecosystem Restoration Playbook) di 21 pagine si rivolge a tutti coloro che sono interessati al ripristino degli ecosistemi, offrendo spunti di riflessione, percorsi e consigli per le azioni pratiche a favore del Pianeta, per rallentare e fermare il degrado degli ecosistemi e favorire il loro pieno recupero.
Tale guida è indirizzata per questo decennio. Infatti l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha dichiarato il periodo 2021-2030 Decennio per il Ripristino dell’Ecosistema. È un’iniziativa per recuperare gli ecosistemi degradati o distrutti e preservare la biodiversità sul Pianeta. Le azioni di governi e organizzazioni ambientaliste di tutto il mondo avranno come conseguenza anche quella di migliorare la sicurezza alimentare e l’approvvigionamento idrico, e rappresenteranno una risposta concreta e collettiva alle crisi climatiche.
Il ripristino dell’ecosistema è definito come un processo per invertire il degrado degli ecosistemi, paesaggi, laghi e oceani, per riacquistare la loro funzionalità ecologica; in altre parole, per migliorare la produttività e la capacità degli ecosistemi di soddisfare i bisogni della società. Ciò può essere fatto consentendo la rigenerazione naturale degli ecosistemi sovra-sfruttati, ad esempio, o piantando alberi e altre piante.
Attualmente, circa il 20% della superficie vegetata del Pianeta mostra un calo della produttività con perdite di fertilità legate all’erosione, all’impoverimento delle risorse e all’inquinamento in tutte le parti del mondo. Entro il 2050 il degrado e il cambiamento climatico potrebbero ridurre i raccolti del 10% a livello globale e in alcune regioni fino al 50%.
Il degrado degli ecosistemi terrestri e marini mina le condizioni di vita di 3,2 miliardi di persone e costa circa il 10% del prodotto lordo globale annuo in termini di perdita di servizi ecosistemici chiave, essenziali per l’alimentazione e l’agricoltura, compresa la fornitura di acqua dolce, la protezione dai rischi e la fornitura di habitat per specie che stanno diminuendo rapidamente.
Una valutazione del Global Partnership on Forest and Landscape Restoration ha indicato in circa 2 miliardi di ettari i terreni forestali disboscati e degradati del mondo che posso essere opportunamente ripristinati: un’area più grande del Sud America.
Ripristinare 350 milioni di ettari di terreni degradati entro il 2030, secondo l’obiettivo della Bonn Challenge, l’iniziativa lanciata nel 2011 dal Governo germanico e dalla IUNC che monitora i progressi degli impegni assunti da 74 governi, associazioni private e aziende, potrebbe generare 9.000 miliardi di dollari in servizi eco-sistemici e liberare l’atmosfera di ulteriori 13-26 Gigaton. di gas serra.
E’ bene ricordare in questa Giornata i 26 principi della Dichiarazione sull’Ambiente Umano di Stoccolma, una pietra miliare dello sviluppo sostenibile.
Dichiarazione delle Nazioni Unite sull’ambiente umano (STOCCOLMA 1972)
Dichiarazione delle Nazioni Unite alla Conferenza “su L’Ambiente Umano” tenutasi a Stoccolma da 5 a 16 giugno 1972, che ha considerato il bisogno di prospettive e principi comuni al fine di inspirare e guidare i popoli del mondo verso una conservazione e miglioramento dell’ambiente umano.
Preambolo
1. L’uomo è al tempo stesso creatura e artefice del suo ambiente, che gli assicura la sussistenza fisica e gli offre la possibilità di uno sviluppo intellettuale, morale, sociale e spirituale. Nella lunga e laboriosa evoluzione della razza umana sulla terra, è arrivato il momento in cui, attraverso il rapido sviluppo della scienza e della tecnologia l’uomo ha acquisito la capacità di trasformare il suo ambiente in innumerevoli modi e in misura senza precedenti. I due elementi del suo ambiente, l’elemento naturale e quello da lui stesso creato, sono essenziali al suo benessere e al pieno godimento dei suoi fondamentali diritti, ivi compreso il diritto alla vita.
2. La protezione ed il miglioramento dell’ambiente è una questione di capitale importanza che riguarda il benessere dei popoli e lo sviluppo economico del mondo intero; essa risponde all’urgente desiderio dei popoli di tutto il mondo e costituisce un dovere per tutti i governi.
3. L’uomo deve costantemente fare il punto della sua esperienza e continuare a scoprire, inventare, creare e progredire. Al presente, la capacità dell’uomo di trasformare il suo ambiente, se adoperata con discernimento, può apportare a tutti i popoli i benefici dello sviluppo e la possibilità di migliorare la qualità della vita. Applicato erroneamente o avventatamente, lo stesso potere può provocare un danno incalcolabile agli esseri umani ed all’ambiente. Vediamo intorno a noi con crescente evidenza i danni causati dall’uomo in molte regioni della terra: pericolosi livelli d’inquinamento delle acque, dell’aria, della terra e degli esseri viventi; notevoli ed indesiderabili perturbazioni dell’equilibrio ecologico della biosfera; distruzione ed esaurimento di risorse insostituibili e gravi carenze dannose alla salute fisica, mentale e sociale dell’uomo nell’ambiente da lui creato e in particolare nel suo ambiente di vita e di lavoro.
4. Nei paesi in via di sviluppo la maggior parte dei problemi ambientali sono causati dal
sottosviluppo. Milioni di persone continuano a vivere molto al di sotto dei livelli minimi
compatibili con una vita umana decente, privi di nutrimento, vestiario, abitazione, istruzione, salute e servizi sanitari adeguati. Perciò i paesi in via di sviluppo devono orientare i loro sforzi verso lo sviluppo, tenendo conto delle loro priorità e della necessità di salvaguardare e migliorare l’ambiente. Allo stesso scopo, i paesi industrializzati devono compiere sforzi per ridurre il divario che li separa dai paesi in via di sviluppo. Nei paesi industrializzati i problemi ambientali sono generalmente collegati all’industrializzazione ed allo sviluppo tecnologico.
5. L’aumento naturale della popolazione pone incessantemente problemi di conservazione dell’ambiente, ma l’adozione di politiche e di misure adeguate può consentire la soluzione di tali problemi. Di tutte le cose al mondo gli uomini sono le più preziose. Sono gli uomini che promuovono il progresso sociale, creano la ricchezza sociale, sviluppano la scienza e la tecnologia e con il loro duro lavoro trasformano incessantemente l’ambiente umano. Insieme al progresso sociale ed allo sviluppo della produzione, della scienza e della tecnologia, la capacità dell’uomo di migliorare l’ambiente aumenta di giorno in giorno.
6. Siamo arrivati ad un punto della storia in cui dobbiamo regolare le nostre azioni verso il mondo intero, tenendo conto innanzitutto delle loro ripercussioni sull’ambiente. Per ignoranza o per negligenza possiamo causare danni considerevoli ed irreparabili all’ambiente terrestre da cui dipendono la nostra vita ed il nostro benessere. Viceversa, approfondendo le nostre conoscenze ed agendo più saggiamente, possiamo assicurare a noi stessi ed alla nostra posterità, condizioni di vita migliori in un ambiente più adatto ai bisogni ed alle aspirazioni dell’umanità. Esistono ampie prospettive per il miglioramento della qualità dell’ambiente e la creazione di una vita più felice. Quello che occorre è un’entusiastica, ma calma disposizione d’animo ed un intenso ma ordinato lavoro. Per godere liberamente dei benefici della natura, l’uomo deve valersi delle proprie
conoscenze al fine di creare in cooperazione con la natura, un ambiente migliore. Difendere e migliorare l’ambiente per le generazioni presenti e future, è diventato per l’umanità un obiettivo imperativo, un compito per la cui realizzazione sarà necessario coordinare e armonizzare gli obiettivi fondamentali già fissati per la pace e lo sviluppo economico e sociale del mondo intero.
7. Affinché questo scopo possa essere raggiunto, sarà necessario che tutti, cittadini e collettività, imprese ed istituzioni ad ogni livello, assumano le loro responsabilità e si dividano i rispettivi compiti. Gli uomini di tutte le condizioni e le più diverse organizzazioni possono, sulla base dei lavori da essi stessi ammessi e dall’insieme dei loro atti, determinare l’ambiente futuro. Le autorità locali e i governi avranno la responsabilità principale delle politiche e dell’azione che dovranno essere adottate, in materia di ambiente nei limiti della propria giurisdizione. E’ altresì necessaria la cooperazione internazionale per riunire le risorse al fine di aiutare i paesi in via di sviluppo ad assumere le loro responsabilità in questo campo. Un numero sempre più elevato di problemi di ambiente, di portata regionale o mondiale, o che concernono il campo internazionale comune, esigerà una cooperazione fra i paesi e una azione da parte delle organizzazioni internazionali nell’interesse di tutti. La Conferenza chiede ai governi e ai popoli di unire i loro sforzi per preservare e migliorare l’ambiente nell’interesse dei popoli e delle generazioni future.
Principi
1. L’uomo ha un diritto fondamentale alla libertà, all’uguaglianza e a condizioni di vita
soddisfacenti, in un ambiente che gli consenta di vivere nella dignità e nel benessere. Egli ha il dovere solenne di proteggere e migliorare l’ambiente a favore delle generazioni presenti e future. A questo fine, le politiche che incoraggiano o che mantengono l’apartheid, la segregazione razziale la discriminazione, le forme coloniali o simili di oppressione e di dominazione straniera, sono condannate e devono essere eliminate.
2. Le risorse naturali della Terra ivi comprese l’aria, l’acqua, la terra, la flora e la fauna, e
particolarmente i campioni rappresentativi degli ecosistemi naturali, devono essere preservati nell’interesse delle generazioni presenti e future, attraverso un’adeguata pianificazione e gestione.
3. La capacità della Terra di produrre risorse rinnovabili essenziali deve essere mantenuta, e, sempre che sia possibile, ristabilita e migliorata.
4. L’uomo ha particolare responsabilità nella salvaguardia e nella saggia amministrazione del patrimonio costituito dalla flora e dalla fauna selvatiche, e dal loro habitat, che sono oggi gravemente minacciati da un insieme di fattori sfavorevoli. La conservazione della natura, e in particolare della flora e della fauna selvatica, deve pertanto avere un posto importante nella pianificazione per lo sviluppo economico.
5. Le risorse non rinnovabili della Terra devono essere utilizzate in modo tale da non rischiare il loro esaurimento ed in modo tale che i vantaggi derivanti dalla loro utilizzazione siano condivisi da tutta l’umanità.
6. Lo scarico di sostanze tossiche o di altre sostanze e lo sprigionamento di calore in quantità o in concentrazioni tali che l’ambiente non sia in grado di neutralizzarne gli effetti devono essere arrestati in modo da evitare che gli ecosistemi subiscano danni gravi o irreversibili. La giusta lotta dei popoli di tutti i paesi contro l’inquinamento deve essere incoraggiata.
7. Gli Stati devono prendere tutte le misure possibili per impedire l’inquinamento dei mari, dovuto a sostanze che rischiano di mettere in pericolo la salute dell’uomo, di nuocere alle risorse biologiche e alla vita degli organismi marini, di danneggiare o di pregiudicare altre utilizzazioni dello stesso ambiente marino.
8. Lo sviluppo economico e sociale è indispensabile se si vuole assicurare un ambiente propizio all’esistenza ed al lavoro dell’uomo e creare sulla Terra le condizioni necessarie al miglioramento del tenore di vita.
9. Le cause ambientali imputabili a condizioni di sottosviluppo e a calamità naturali pongono gravi problemi e si può meglio porvi rimedio accelerando lo sviluppo mediante il trasferimento di un sostanziale aiuto finanziario e tecnologico in aggiunta allo sforzo interno dei paesi in via di sviluppo nonché tempestivo aiuto allorché è richiesto.
10. Per i paesi in via di sviluppo la stabilità dei prezzi ed una remunerazione adeguata dei prodotti di base e delle materie prime sono essenziali per la gestione delle risorse dell’ambiente: dato che occorre prendere in considerazione i fattori economici e i processi ecologici.
11. Le politiche ambientali di tutti gli Stati devono aumentare e non colpire il potenziale di
sviluppo, presente e futuro, dei paesi in via di sviluppo e non devono neppure impedire il
raggiungimento d condizioni di vita migliori per tutti. Stati ed organizzazioni internazionali devono adottare gli opportuni provvedimenti allo scopo di accordarsi sui mezzi per rimediare alle conseguenze economiche che può avere, a livello nazionale e internazionale, l’applicazione di misure di protezione dell’ambiente.
12. Sarà necessario assicurare risorse per preservare e migliorare l’ambiente, tenendo presente le situazioni ed i bisogni particolari dei paesi in via di sviluppo e i costi che possono derivare dall’inserimento di misure di salvaguardia dell’ambiente nella pianificazione del loro sviluppo, come pure la necessità di porre a loro disposizione a loro richiesta, un’assistenza tecnica finanziaria supplementare a tal fine.
13. Al fine di razionalizzare l’amministrazione delle risorse e di migliorare l’ambiente, gli Stati dovrebbero adottare una concezione integrata e sviluppata delle loro pianificazioni dello sviluppo in modo tale che il loro progresso sia compatibile con la necessità di proteggere e di migliorare l’ambiente, negli interessi della loro popolazione.
14. Una pianificazione razionale è uno strumento essenziale se si vogliono conciliare gli imperativi dello sviluppo con la necessità di preservare e d migliorare l’ambiente.
15. E’ necessario pianificare gli insediamenti umani e l’urbanizzazione, allo scopo di evitare effetti negativi sull’ambiente e ottenere i massimi benefici sociali, e ambientali per tutti. A questo riguardo, i progetti ideali per la denominazione colonialista e razzista devono essere abbandonati.
16. Nelle regioni in cui il tasso di aumento della popolazione o la sua concentrazione eccessiva sono tali da esercitare un’influenza sfavorevole sull’ambiente e sullo sviluppo, oppure in quello in cui, la debole densità della popolazione rischia di impedire qualsiasi miglioramento dell’ambiente e di ostacolare lo sviluppo, si dovranno adottare delle politiche demografiche che rispettino i diritti fondamentali dell’uomo e che siano giudicate adeguate dai governi interessati.
17. Istituzioni nazionali adeguate devono essere incaricate di pianificare, di amministrare e di controllare l’utilizzazione delle risorse dell’ambiente.
18. La scienza e la tecnica, nell’ambito del loro contributo allo sviluppo economico e sociale, devono essere applicate per identificare, evitare e controllare i pericoli che minacciano l’ambiente e risolvere i problemi posti allo stesso per il bene dell’umanità.
19. E’ essenziale impartire l’insegnamento sulle questioni ambientali tanto alle giovani generazioni che alle adulte, tenendo conto dei meno favoriti al fine di sviluppare le basi necessarie per illuminare l’opinione pubblica, e dare agli individui, alle imprese e alle collettività, il senso delle loro responsabilità per quanto concerne la protezione ed il miglioramento dell’ambiente in tutta la sua dimensione umana. E’ inoltre essenziale che i mezzi di comunicazione di massa evitino di contribuire al deterioramento dell’ambiente, ma divulghino al contrario informazioni di tipo educativo sulla necessità di mettere gli uomini in grado di compiere progressi sotto ogni aspetto.
20. In tutti i paesi, specialmente nei paesi in via di sviluppo, deve essere incoraggiata la ricerca e lo sviluppo scientifico, nel contesto dei problemi di ambiente, sia nazionali che multinazionali. A questo scopo deve essere incoraggiata la libera circolazione delle informazioni scientifiche e delle esperienze più recenti, al fine di facilitare la soluzione dei problemi ambientali; le tecnologie che riguardano l’ambiente dovranno essere a disposizione dei paesi in via di sviluppo, senza tuttavia che esse costituiscano un onere economico per i paesi in via di sviluppo.
21. In conformità allo Statuto delle Nazioni Unite ed ai principi del diritto internazionale, gli Stati hanno il diritto sovrano di sfruttare le loro risorse secondo le loro politiche in materia di ambiente, e hanno il dovere di assicurarsi che le attività esercitate entro i limiti della loro giurisdizione o sotto il loro controllo non causino danni all’ambiente di altri Stati o a regioni che non sono sottoposte ad alcuna giurisdizione nazionale.
22. Gli Stati devono collaborare per sviluppare maggiormente il diritto internazionale in ciò che concerne la responsabilità ed il risarcimento delle vittime dell’inquinamento e di altri danni ecologici che le attività svolte nei limiti della giurisdizione di questi Stati o sotto il loro controllo causano a regioni situate al di fuori dei limiti della propria giurisdizione.
23. Senza pregiudizio dei principi generali che potranno essere adottati dalla comunità
internazionale, né di criteri a livelli minimi che dovranno essere definiti a livello nazionale, è necessario in ogni caso tener conto della scala dei valori prevalenti in ogni paese e dell’applicabilità di norme che sono valide per i paesi più progrediti, ma che non possono essere adattate ai paesi in via di sviluppo , e costituire per tali paesi un costo sociale ingiustificato.
24. I problemi internazionali riguardanti la protezione ed il miglioramento dell’ambiente dovrebbero essere affrontati in uno spirito di cooperazione da parte di tutti gli Stati, grandi o piccoli, su un piano d’uguaglianza. Una cooperazione attraverso accordi multilaterali o bilaterali, o attraverso altri mezzi idonei, è indispensabile per prevenire, eliminare o ridurre e limitare efficacemente i pericoli all’ambiente, risultanti da attività esercitate in tutti i campi, e ciò nel rispetto della sovranità e degli interessi di tutti gli Stati.
25. Gli Stati devono assicurarsi che le organizzazioni internazionali svolgano un ruolo coordinato, efficace e dinamico nella preservazione e nel miglioramento dell’ambiente.
26. All’uomo e al suo ambiente devono essere risparmiati gli effetti delle armi nucleari e di tutti gli altri mezzi di distruzione di massa. Gli Stati devono tentare di raggiungere a breve scadenza un accordo in seno ai competenti organi internazionali, per la eliminazione e la completa distruzione di tali armi.
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Crediti: RAI Cultura.