«Il termine fame è usato comunemente per indicare l’avere un forte appetito o l’essere pronti per mangiare. Dopo un lungo periodo senza alimentazione, la sensazione di fame si trasforma in una sensazione progressivamente più grave, fino a diventare acutamente visceralmente dolorosa, giunti a questo stadio anche l’ingestione diretta di cibo può rivelarsi fatale in quanto l’organismo necessita ora di un recupero medicalizzato. Dopo malnutrizione prolungata, l’organismo giunge a morte a causa di un mancato apporto di principi nutritivi indispensabili.» [Wikipedia]
Sconfiggere la fame è il secondo obiettivo (goal) dell’Agenda 2030, il programma per lo sviluppo sostenibile sottoscritto dai Paesi membri dell’ONU nel 2015. È una sfida mondiale, che si può vincere se c’è la collaborazione e l’impegno di tutti. Circa una persona su nove non ha abbastanza da mangiare e una su tre è malnutrita, mentre nei Paesi industrializzati una buona parte della popolazione è in sovrappeso, con conseguenze sulla salute e sui sistemi sanitari, e come se non bastasse, notevoli quantità di derrate alimentari finiscono tra i rifiuti o vengono distrutti per mantenere prezzi sui mercati più alti. L’obiettivo Fame Zero è pertanto una delle emergenze mondiali più difficili da risolvere.
Ci sono stati progressi nella lotta alla fame negli ultimi decenni sono innegabili. Rispetto al 1990, oggi oltre 200 milioni le persone non soffrono più la fame, nonostante la popolazione mondiale in questo periodo sia aumentata di quasi 2 miliardi. Le due mappe FAO della fame riportate qui sotto evidenziano il trend di riduzione della percentuale di persone sottoalimentate dal 1997 al 2016.
Se guardiamo la mappa della fame del World Food Progamme (WFP) si vede l’incidenza della denutrizione nelle popolazioni di ogni Paese, nel periodo più ristretto, 2016-18 (le aree arancio-rosso-viola sono quelle più a rischio). 821 milioni di persone nel mondo (1 su 9) non ricevono cibo sufficiente per una vita sana e attiva.
Secondo lo World Food Programme occorrono cinque passi fondamentali se si vuole raggiungere l’obiettivo fame zero.
- L’azione dei governi
«Per realizzare il pieno potenziale della nostra economia globalizzata, i governi nazionali devono espandere gli schemi di protezione sociale ai più vulnerabili. Questa opportunità di equa crescita economica porterebbe ad un aumento del potere d’acquisto dei 2 miliardi di persone tra le più povere che, a sua volta, creerebbe una domanda sempre maggiore, con la creazione di nuovi posti di lavoro ed economie locali vivaci. Investire nello sviluppo inclusivo non è solo giusto, ma anche produttivo.
- Dalle fattorie ai mercati
È vitale che ci sia cibo nutriente ed economicamente accessibile per tutti, in un mondo che conta 7 miliardi di persone. C’è bisogno di innovazione e investimenti per migliorare l’efficienza dei nostri sistemi di approvvigionamento attraverso lo sviluppo di mercati sostenibili e durevoli. Per sostenere questi mercati, dobbiamo anche migliorare le infrastrutture rurali, in special modo le strade, i depositi e i sistemi elettrici, in modo che gli agricoltori riescano a raggiungere una base più ampia di consumatori.
- Riduzione dello spreco di cibo
Un terzo dei 4 miliardi di tonnellate di cibo che si producono ogni anno va sprecato, con un costo per l’economia globale di circa 750 miliardi di dollari l’anno. Nei paesi sviluppati, il cibo viene spesso sprecato alla fine della catena di produzione, quando arriva sulle nostre tavole. Nei paesi in via di sviluppo, invece, viene perso nelle prime fasi di produzione, quando i raccolti vengono lasciati a se stessi o non lavorati a causa di poveri sistemi di immagazzinamento o perché gli agricoltori non riescono a far arrivare le proprie merci sui mercati.
- Incoraggiare una varietà sostenibile di colture
Nel mondo, oggi, quattro colture (riso, grano, mais e soia) rappresentano il 60 per cento di tutte le calorie che si consumano. Fare fronte alle sfide poste dai cambiamenti climatici, dalla disponibilità e dall’accesso al cibo, significherà aiutare gli agricoltori a considerare e identificare una maggiore varietà di colture. Bisognerà lavorare con gli agricoltori per metterli in condizione di accedere agli strumenti e alle competenze necessarie ed educare le comunità sull’importanza nutrizionale di un regime alimentare che comprende una ampia gamma di cibi, per un nuovo mercato.
- La priorità della nutrizione, a partire dai primi 1.000 giorni di vita di un bambino
Niente è più importante nello sviluppo di un bambino di una buona salute e di una buona nutrizione, specialmente nei primi 1.000 giorni di vita (dal concepimento ai due anni). Per prevenire i deficit di sviluppo e promuovere uno sviluppo sano, bisogna fare in modo che i bambini e le madri abbiano accesso ai necessari cibi nutrienti.»
Fonte World Food Programme
La situazione della pandemia sta rendendo più difficile il raggiungimento di questo obiettivo.
Si riporta un articolo del 2015 pubblicato su www.onuitalia.it per approfondire le tematiche riguardanti questo tema.
Creare Nuovi Percorsi per i Sistemi di Nutrizione, Agricoltura e Alimentazione
di Anna Lartey[1]
«Il 2015 presenta un’opportunità unica, per la comunità dello sviluppo mondiale per costruire e rafforzare il movimento intrapreso dagli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (MDGs).
Consolidare i progressi ottenuti
Pianificare il lancio dell’agenda sullo sviluppo post-2015, previsto a settembre, ci consente di avere il tempo necessario per intraprendere le riunioni e di trattare gli obiettivi necessari per massimizzare il progresso. Mentre gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio hanno iniziato da zero, creando una linea di riferimento per i traguardi globali contro la fame e la povertà, gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) opereranno sull’eredità lasciata dagli MDGs [gli 8 obiettivi del Millennio, cfr figura sottostante], facendo tesoro di esperienze maturate per più di dieci anni. Data questa esperienza, negli anni a venire, viene offerto un potenziale senza precedenti per lo sviluppo umano.
Prendendo in considerazione la malnutrizione, il discorso e l’azione di oggi sono informati da un numero di strategie e approcci che si sono sviluppati nel corso degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio. La nutrizione ha destato l’attenzione mondiale ed è rimasta, per molti partner dello sviluppo, un punto importante dell’agenda. Un certo numero di iniziative internazionali, i procedimenti e l’impegno degli attori coinvolti hanno incrementato questa ondata, comprendendo anche lo Scaling Up Nutrition Movement (2009), il Global Nutrition for Growth Compact (2013), la Sfida Fame Zero del Segretario Generale delle Nazioni Unite (2012) e la Seconda Conferenza Internazionale sulla Nutrizione (ICN2).
Sistemi Alimentari per la Nutrizione
La Seconda Conferenza Internazionale sulla Nutrizione, tenutasi nel novembre 2014 a Roma ed organizzata insieme dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO) e l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), ha convocato quasi 170 Stati Membri per affrontare le diverse sfide dovute alla malnutrizione. L’esito della Conferenza ha prodotto due documenti, la Dichiarazione di Roma sulla nutrizione, la quale delinea le attuali sfide e si impegna ad affrontarle nel decennio a venire, e il Quadro d’Azione integrativo, il quale elenca 60 azioni tra le quali i paesi possono scegliere per guidare le strategie nazionali sulla nutrizione.
Un messaggio fondamentale da parte della Seconda Conferenza Internazionale sulla Nutrizione è stato quello che, in tutto il mondo, il sistema alimentare sta cambiando rapidamente e sta diventando più complesso. Le recenti evoluzioni dell’industrializzazione, globalizzazione e commercializzazione hanno forti ripercussioni sugli alimenti prodotti, sul livello al quale vengono lavorati e su come le persone li consumano.
Questo messaggio, negli ultimi anni, è stato trasmesso sempre più forte dalla comunità internazionale della nutrizione. In gran parte è un riflesso della crescente preoccupazione riguardo all’impatto e alla sostenibilità degli attuali schemi di consumo e di produzione. Sebbene la commercializzazione e la specializzazione nelle produzione agricola, la lavorazione e la vendita al dettaglio hanno potenziato l’efficienza in tutto il sistema alimentare globale, aumentando, per tutta la durata dell’anno (FAO, 2013, p. v) la disponibilità e l’accessibilità a varie categorie alimentari, è sempre più diffuso il peso della malnutrizione “raddoppiata” o “triplicata”. Oggigiorno, la maggior parte degli stati patiscono alcune combinazioni dell’arresto della crescita, anemia, e/o obesità e sovrappeso.
Gli effetti ambientali negativi associati con questi modelli del sistema alimentare includono, per citarne alcuni, il degrado del terreno, un uso non sostenibile dell’acqua e un utilizzo esagerato di pesticidi e fertilizzanti. Questi sono fonte di una considerevole preoccupazione non solo per il loro evidente impatto ecologico, ma anche per il rischio crescente dell’insicurezza alimentare e della povertà, con le conseguenti insidiose implicazioni per la nutrizione e la salute.
Ad esempio, la qualità del sistema alimentare mondiale, nazionale e locale è considerata sempre più riflettente del ruolo cruciale svolto dall’agricoltura nei confronti della sicurezza alimentare e della nutrizione. L’Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) numero 2 – porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare, migliorare la nutrizione e promuovere un’agricoltura sostenibile – è un chiaro riconoscimento dei nessi tra queste componenti importanti. Inoltre è un campo inesplorato che offre opportunità senza precedenti per affrontare una varietà di sfide che si rivolgono verso gli attuali sistemi alimentari. Questi includono il supporto in crescita ai piccoli produttori alimentari, migliorando la sostenibilità dell’ambiente, aumentando la capacità di ripresa nelle pratiche di produzione e riducendo lo spreco e le perdite di alimenti.
Garantire Che la Nutrizione Non Vada Persa
Dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile e 169 target proposti dal Open Working Group delle Nazioni Unite, solamente l’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile 2 include una disposizione sulla nutrizione. Detto ciò, il fatto che il nutrimento venga inserito nel contesto della sicurezza alimentare e dell’agricoltura sostenibile è una conquista, poiché riconosce il ruolo fondamentale svolto dagli approcci basati sul cibo alla nutrizione. Inoltre, consolidare la nutrizione, la sicurezza del cibo e l’agricoltura all’interno dello stesso obiettivo aumenta la responsabilità degli impatti sulla salute e sull’ambiente delle pratiche produttive agricole e sui sistemi di sviluppo del cibo.
Il rischio della formulazione dell’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile numero 2 è che il concetto di “migliore nutrizione” è strettamente legato al costrutto convenzionale della riduzione della fame, con un focus che considera solo la quantità del cibo e la disponibilità di energia calorica a livello nazionale, invece di guardare alla qualità del cibo disponibile e l’accesso a fonti di nutrimento sia a livello familiare che individuale. Questo è, nella trattazione sulla sicurezza alimentare, un problema comune. Sebbene la definizione originale della sicurezza alimentare, data dal Vertice Mondiale sull’Alimentazione del 1996, abbia compreso “assicurare, per l’intera durata dell’anno, un accesso a degli alimenti adeguati, sicuri, vari e ricchi di nutrienti per tutti”, negli anni la concezione è stata ridotta, in molti contesti, a una complessiva disponibilità di calorie. Di conseguenza, adesso parliamo spesso di “sicurezza alimentare e nutrizione” per non permettere che la precedente definizione venga dimenticata.
Come possiamo essere sicuri che la nutrizione componente l’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile numero 2 è sostenuta e non venga messa in secondo piano? Due suggerimenti, entrambi basati sul presupposto che la considerazione della qualità alimentare (rispetto alla quantità) è fondamentale. Primo, la produttività agricola deve porre attenzione agli alimenti ricchi di nutrienti. Secondo, gli stati devono riconoscere che ci sono molti punti d’accesso verso una nutrizione migliore attraverso l’agricoltura e il sistema alimentare. Ci sono molti modi per migliorare la qualità degli alimenti disponibili in un dato ambiente alimentare. Infatti, è disponibile una grande varietà di opportunità, data l’attuale andatura rapida della commercializzazione e della specializzazione nella produzione agricola.
Identificare le Vie d’Accesso
Il Quadro d’Azione della Seconda Conferenza Internazionale sulla Nutrizione comprende una sezione sui “Sistemi alimentari sostenibili per incentivare diete salutari”, con maggiori raccomandazioni rispetto a molte altre sezioni. Queste oscillano dall’avanzamento della diversificazione delle colture, fino a stabilire degli standard nazionali basati sugli alimenti e sui nutrienti, rafforzando la produzione e la lavorazione alimentare locale e analizzando gli strumenti normativi o volontari per promuovere delle diete sane. Il grande proposito delle raccomandazioni è indicativo di tutti i diversi modi per incrementare la sensibilità nutrizionale dei sistemi alimentari e agricoli. Detto ciò, il trucco sta nell’identificare, tenendo conto delle preferenze socioculturali, il clima politico e lo scenario politico circostante, quali di queste varie vie d’accesso darà la maggior influenza. Mentre il precedente viene giustamente classificato come parte dell’ ambito delle singole nazioni, il consenso internazionale si sviluppa in quelle aree politiche che offrono il maggior potenziale per l’impatto sulla nutrizione. Sono incluse: politiche sulla produzione agricola, strategie progettate per avere un impatto sul potere d’acquisto dei consumatori (ad esempio trasferimenti in denaro, sussidi concessi ai consumatori), politiche concernenti la trasformazione alimentare e la domanda dei consumatori, e le politiche del mercato e del sistema commerciale, come le tariffe sulle importazioni o divieti (Global Panel on Agriculture and Food Systems for Nutrition 2014).
Universalmente, l’accento è posto sull’uso delle leve politiche per accrescere la disponibilità e l’accessibilità di alimenti diversi e nutrienti, pertanto rendendo i sistemi alimentari più sensibili alla nutrizione. Pratiche di produzione ecologicamente attuabili con cui migliorare la sostenibilità dell’agricoltura – con le conseguenti implicazioni positive a lungo termine per la sicurezza alimentare e la nutrizione – sono una parte importante del quadro.
Misurare il progresso
L’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile numero 2 offre una nuova prospettiva in termini di politica e di programmazione delle vie d’accesso per migliorare la nutrizione mediante l’agricoltura. Comunque, per quanto riguarda il controllo e la valutazione della nutrizione, i parametri sono più stretti. Finora, c’è un largo consenso su quali indicatori possano misurare il progresso nel miglior modo anche nei risultati più critici riguardanti la nutrizione. Raccomandato dal Comitato Permanente sulla Nutrizione dell’ONU (UNSCN) come un gruppo di indicatori, questi includono l’arresto della crescita, il deperimento, il sovrappeso, l’allattamento esclusivo, il livello di neonati sottopeso e la diffusione di anemia nelle donne in età riproduttiva. Questi indicatori sono usati per valutare il progresso in direzione degli obiettivi nutrizionali dell’Assemblea Mondiale della Sanità e per calcolare la percentuale del budget annuale assegnato alla nutrizione (UNSCN, 2014).
Sono tutti idonei all’inserimento nell’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile 2. Sono inclusi anche nella serie consigliata degli indicatori nutrizionali stabilita dall’UNSCN nel Minimum Dietary Diversity – Women (MDD-W), indicato come “la percentuale delle donne, tra i 15 e 49 anni, che consumano almeno 5 di 10 determinati gruppi alimentari” (FANTA/FAO, 2014). Questo indicatore è attualmente l’unica alternativa convalidata per valutare la qualità, a livello individuale, della dieta di un adulto. È un’approssimazione per valutare l’adeguatezza dei livelli di micronutrienti nelle diete delle donne in età fertile. Le donne che consumano almeno 5 dei 10 determinati gruppi di cibo hanno una maggior probabilità di trovare il loro fabbisogno di micronutrienti rispetto alle donne che consumano cibo proveniente da un numero inferiori di gruppi. La MSS-W è un indicatore chiave che unisce tutti i componenti dell’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile 2, evidenziando la qualità nutrizionale dell’assunzione alimentare, enfatizzando, nel frattempo, il ruolo dell’agricoltura nel promuovere la buona salute (UNSCN, 2014).
È significativo notare che, nel complesso, lo sviluppo e la convalida degli indicatori basati sugli alimenti ha lasciato in disparte altri tipi di misure connesse alla nutrizione. Questi indicatori, prevalentemente, non sono fondamentalmente cambiati fin dal 1970; essi misurano ancora la disponibilità e l’assunzione di calorie (Herforth, 2015), riflettendo l’idea di sicurezza alimentare riduzionista sopra citata. Una domanda crescente e una disponibilità degli indicatori, regolarmente raccolti e ed equi a livello globale, dell’adeguatezza della dieta sono necessari per tendere a degli standard più alti e più focalizzati sulla salute, sull’agricoltura e sul sistema alimentare. L’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile numero 2 offre un’eccezionale opportunità a questo proposito.»
[1] Direttore della Divisione Nutrizione presso il Dipartimento per lo Sviluppo Economico e Sociale della FAO
Infine si riportano i target dell’obiettivo 2 dell’Agenda 2030.
Target
2.1 Entro il 2030, eliminare la fame e assicurare a tutte le persone, in particolare i poveri e le persone in situazioni vulnerabili, tra cui i bambini, l’accesso a un’alimentazione sicura, nutriente e sufficiente per tutto l’anno
2.2 Entro il 2030, eliminare tutte le forme di malnutrizione, incluso il raggiungimento, entro il 2025, degli obiettivi concordati a livello internazionale sull’arresto della crescita e il deperimento dei bambini sotto i 5 anni di età, e soddisfare le esigenze nutrizionali di ragazze adolescenti, in gravidanza, in allattamento e delle persone anziane
2.3 Entro il 2030, raddoppiare la produttività agricola e il reddito dei produttori di alimenti su piccola scala, in particolare le donne, le popolazioni indigene, le famiglie di agricoltori, pastori e pescatori, anche attraverso l’accesso sicuro e giusto alla terra, ad altre risorse e stimoli produttivi, alla conoscenza, ai servizi finanziari, ai mercati e alle opportunità che creino valore aggiunto e occupazione non agricola
2.4 Entro il 2030, garantire sistemi di produzione alimentare sostenibili e applicare pratiche agricole resilienti che aumentino la produttività e la produzione, che aiutino a conservare gli ecosistemi, che rafforzino la capacità di adattamento ai cambiamenti climatici, alle condizioni meteorologiche estreme, alla siccità, alle inondazioni e agli altri disastri, e che migliorino progressivamente il terreno e la qualità del suolo
2.5 Entro il 2020, assicurare la diversità genetica di semi, piante coltivate e animali da allevamento e domestici e le loro specie selvatiche affini, anche attraverso banche del seme e delle piante gestite e diversificate a livello nazionale, regionale e internazionale, e promuovere l’accesso e la giusta ed equa condivisione dei benefici derivanti dall’utilizzo delle risorse genetiche e delle conoscenze tradizionali collegate, come concordato a livello internazionale
2.a Aumentare gli investimenti, anche attraverso una cooperazione internazionale rafforzata, in infrastrutture rurali, servizi di ricerca e di divulgazione agricola, nello sviluppo tecnologico e nelle banche genetiche di piante e bestiame, al fine di migliorare la capacità produttiva agricola nei paesi in via di sviluppo, in particolare nei paesi meno sviluppati
2.b Correggere e prevenire restrizioni commerciali e distorsioni nei mercati agricoli mondiali, anche attraverso l’eliminazione parallela di tutte le forme di sovvenzioni alle esportazioni agricole e tutte le misure di esportazione con effetto equivalente, conformemente al mandato del “Doha Development Round”
2.c Adottare misure per garantire il corretto funzionamento dei mercati delle materie prime alimentari e dei loro derivati e facilitare l’accesso tempestivo alle informazioni di mercato, anche per quanto riguarda le riserve di cibo, al fine di contribuire a limitare l’estrema volatilità dei prezzi alimentari
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Foto di copertina: Dr. Lyle Conrad – Centers for Disease Control and Prevention, Atlanta, Georgia, USA Public Health Image Library (PHIL); ID: 6901 http://phil.cdc.gov/ Una bambina affetta da Kwashiorkor in un campo per rifugiati durante la guerra civile nigeriana .