Il riscaldamento globale è in questo momento è una delle più grandi sfide che l’Umanità debba affrontare. Coloro che sono determinati nel portare avanti il modello della crescita illimitata, business are business (BAU, gli affari sono affari, come sempre) hanno cercato di occultare prima il problema e poi le cause.
Il primo passo è stato diffondere il messaggio che il riscaldamento globale non esiste. È una verità scomoda.
Tale obiettivo è stato raggiunto fino agli inizi degli anni 2000, quando gli effetti hanno iniziato ad essere macroscopici ed evidenti a tutti. Allora è stata pensata un’altra strategia.
Per creare confusione e non cambiare nulla perchè prima vengono gli affari e poi tutto il resto (salute, rispetto dei diritti, salvaguardia ambientale) dagli inizi del 2000 è stato cambiato il messaggio:
da: RISCALDAMENTO GLOBALE (causa)
a: CAMBIAMENTI CLIMATICI (effetto)
A livello inconscio scatta il meccanismo di associare i cambiamenti attuali a quelli del passato, nelle ere geologiche, per far passare il messaggio che è tutto normale, “naturale”, ciclico, per cui non c’è da impaurirsi o prendere contromisure.
L’obiettivo è stato raggiunto. I mass media hanno adottato questi due termini nella maggioranza delle informazioni che vengono date. Anche nei documenti ufficiali internazionali delle COP e degli accordi climatici si antepone lotta ai cambiamenti climatici piuttosto che al riscaldamento globale.
Nel frattempo i gas serra sono sempre aumentati, gli effetti si sono fatti ancora più vistosi per cui il nuovo obiettivo è stato di cercare di convincere che i cambiamenti climatici non dipendono affatto dalle attività umane. Sono fenomeni ciclici, naturali. L’obiettivo è stato conseguito solo parzialmente, in pochi ci credono, ma anche questo terzo messaggio persuasivo ha rallentato la transizione alle fonti rinnovabili ed all’adozione di un nuovo paradigma politico, economico e sociale. I negazionisti del riscaldamento globale non riescono a spiegare la contaminazione dell’atmosfera terrestre, ovvero il cambiamento della composizione chimica dell’atmosfera terrestre: sarebbe forse causato dalle perturbazioni solari o dal cambiamento delle correnti oceaniche?
Il 97-98% delle pubblicazioni che conferma che è in atto un grave cambiamento climatico dovuto alla CO2 e agli altri gas immessi in atmosfera dall’uomo.
Questa è ormai la conclusione del mondo scientifico. Del resto da dove verrebbe l’energia per riscaldare la Terra?
Vediamo meglio le conclusioni della comunità scientifica internazionali e dell’IPCC.
Ci possono essere vari fattori che possono influenzare la temperatura media globale e quindi provocare un riscaldamento od un raffreddamento.
1) Le irregolarità nella rotazione terrestre. L’asse di rotazione ha delle oscillazioni. Le oscillazioni dell’asse terrestre hanno influenza sulle stagioni e quindi sul clima terrestre. Non sono state registrate modifiche in tempi recenti. Per cui questa causa è da escludere.
2) Ci sono delle variazioni dell’orbita terrestre, più o meno ellittica, con avvicinamenti o allontanamenti dal Sole che si ritiene che in passato abbiano generato periodi di glaciazione e di disgelo. Tali modifiche producono variazioni nelle temperature medie molto lentamente. Le ere geologiche durano milioni di anni. Anche questo fattore è pertanto da escludere.
3) La temperatura del Sole. Più il Sole è caldo e maggiore caldo sarà su tutti i Pianeti del sistema solare. Come si fa a misurare la temperatura del Sole? Dall’attività attraverso i cicli delle macchie solari, che corrispondono a maggiore attività del Sole. Ebbene fino al 1950 il Sole si stava scaldando, nel 1950 raggiunse un picco, da quel momento in poi ha iniziato a raffreddarsi. Qui sulla Terra proprio dal 1950 si registra un aumento della temperatura media. Mentre il Sole si raffredda sulla Terra le temperatura si alzano. È evidente che il Sole non c’entra in questo cambiamento sulla Terra. Inoltre sono più caldi gli strati bassi dell’atmosfera, non quelli più alti, e questo è tipico nel riscaldamento da effetto serra. Se il Sole fosse più caldo tutti gli stati si riscalderebbero omogeneamente. Invece si scaldano di più quelli più bassi perché dipende dai raggi riflessi e non da quelli incidenti. Ad un minino di attività solare sta corrispondendo un massimo di aumento di temperature sulla Terra. Anche questo fattore è da escludere.
4) La posizione dei continenti. L’emisfero boreale che ha più terre emerse con catene di montagne ed è perciò più fresco di quello australe, che ha più oceano che è un grande moderatore climatico. La migrazione dei continenti ha influenzato il clima, dalla Pangea iniziale alla situazione attuale. Ma tali movimenti richiedono ere geologiche, milioni di anni. Chiaramente anche questo fattore è da escludere.
5) Le correnti oceaniche influenzano il clima, esse trasportano calore in tutto il globo, ma con lo scioglimento dei ghiacci marini e l’aumento delle piogge dati dal cambiamento climatico, una delle principali correnti che circolano nell’Oceano Atlantico, la Corrente del Golfo, potrebbe rallentare e/o cessare determinando un raffreddamento per il nord Europa ed il Canada, ma con una ricaduta temporale non brevissima. Anche questo fattore non è da considerare causa del riscaldamento globale.
6) Fattori naturali. Fra i fattori naturali ci sono i vulcani. Un vulcano quando erutta immette in atmosfera anidride carbonica e polveri, se l’eruzione è notevole le polveri oscurano il cielo, riducono l’irraggiamento solare. Le polveri favoriscono la condensazione, la formazione di goccioline, di nuvole e quindi di precipitazioni piovose, per cui provocano un raffreddamento nel breve periodo. Un super vulcano, come quello di Yellowstone oppure dei Campi Flegrei potrebbe essere in grado di produrre un inverno nucleare, ovvero un oscuramento del Sole per un certo periodo di tempo con conseguente raffreddamento. Poi le polveri ricadono a terra, rimane però l’anidride carbonica che si accumula in atmosfera.
Dagli anni ‘50 fino ai nostri giorni si sono risvegliati vari vulcani, ma la temperatura media planetaria è cresciuta costantemente nonostante il risveglio di alcuni vulcani spenti. Ne deduciamo che non sono loro la causa del riscaldamento globale.
Ci sono poi polveri generate dalle attività antropiche che riducono l’irraggiamento solare. Se non ci fossero il riscaldamento globale sarebbe stato ancora più marcato.
Fra i fattori naturali che regolano il clima ci sono le calotte polari, più sono estese e più riflettono raggi solari nello spazio (albedo) e la temperatura globale diminuisce, ma sta accadendo esattamente il contrario come vedremo più avanti, proprio per il fattore 7).
Sugli incendi, alcuni scoppiano perché in certe zone come della Siberia, del Canada, dell’Amazzonia, non piove più per alcuni mesi dell’anno e basta un fulmine per appiccare un incendio che per la siccità si propaga velocemente. Il riscaldamento globale ha inciso sulla non regolarità delle stagioni ed i fattori naturali, come appunto i fulmini, possono avere buon gioco. Ci sono incendi che stagionalmente si ripetevano in maniera naturale che adesso però diventano incontrollabili per le siccità e perché si autorigenerano con i fulmini. Con gli incendi si libera CO2, è vero ma si può facilmente dimostrare che il loro numero e la loro estensione sta aumentando proprio a causa del riscaldamento globale (effetto secondario di quest’ultimo). Aumento della temperatura significa maggiore energia in gioco nell’atmosfera, fenomeni estremi più frequenti e più potenti. Sta crescendo anche il numero di fulminazioni, perfino al Polo Nord. [1]
7) C’è solo un parametro che agisce nel breve periodo e che agisce sul clima, la presenza di gas climalteranti. Questo è l’unico parametro influenzabile direttamente dall’uomo e con effetti a breve termine. Anidride carbonica, metano, protossido di azoto, HCFC ed altri sono gas climalteranti la cui presenza in atmosfera è in costante aumento. È evidente e misurabile la mano dell’uomo in questa accelerazione, che tiene conto della crescita della popolazione mondiale (1 miliardo nel 1800 e adesso oltre 8 miliardi) e soprattutto dell’aumento dei consumi pro capite. [2]
«Negli ultimi anni c’è stato un caldo che non ha avuto eguali nei 10 mila anni precedenti – ha chiarito Luca Mercalli – Nell’ultimo secolo la temperatura è aumentata di 1,2°C. Se non ci fosse stato lo zampino degli uomini, avremmo avuto una temperatura costante. La colpa del riscaldamento globale è esclusivamente umana: nella nostra storia evolutiva non è mai stato così tanto caldo».[3]
Studiando il grafico dell’anidride carbonica è possibile vedere che comincia a crescere in maniera significativa nel 1769. Che cosa è successo?
Questo grafico, scaricabile da Sustainable Energy – without the hot air, David JC MacKay, 2009,
è la prova incontestabile che l’anomalia è iniziata con il consumo di combustibili fossili, proprio nel 1769, con l’invenzione della macchina a vapore.
Come si può vedere dal grafico soprastante l’oscillazione dell’anidride carbonica si è mantenuta entro una fascia fra 160 e 300 ppm. Adesso siamo ad oltre 425 ppm.
C’è un legame, la correlazione fra anidride carbonica, temperatura media planetaria e livello degli oceani. A picchi di CO2 corrispondono picchi di temperatura e di altezza del livello degli oceani per lo scioglimento dei ghiacci e la dilatazione termica.
Il riscaldamento globale può essere distinto in tre fasi.
Una prima fase in cui nell’atmosfera è stata immessa prevalentemente anidride carbonica che ha determinato un rialzo termico delle temperature in regioni molto sensibili come quelle artiche. Questa fase è stata caratterizzata dall’inizio dello scioglimento dei ghiacci. Lo scioglimento dei ghiacci diminuisce l’albedo, la capacità di riflettere i raggi solari, per cui il processo di riscaldamento comincia ad accelerare.
La seconda fase del riscaldamento globale
Essa è caratterizzata dal proseguimento dello scioglimento dei ghiacci e dall’inizio dello scioglimento del permafrost, con decomposizione anaerobica del materiale organico. Lo scioglimento del permafrost libera pertanto anidride carbonica e metano, gas serra 24 volte più potente dell’anidride carbonica.
Il metano stia aumentando in atmosfera. Tale crescita è dovuta allo scioglimento del permafrost ed alle attività umane. Ci sono perdite di metano estrattive, nel trasporto, nella distribuzione. Altre perdite sono dovute all’estrazione di petrolio e metano con tecniche non convenzionali dagli scisti bituminosi e con la fratturazione idraulica (fracking). A tutto questo si devono aggiungere le emissioni provocate dagli allevamenti intensivi.
Adesso siamo nella fase 2 del riscaldamento globale e non sappiamo quanto siamo distanti dalla fase 3.
La terza fase è caratterizzata dal rialzo della temperatura dei fondali oceanici con liberazione di metano dagli idrati di metano ed innesco di retroazioni positive (fenomeni non lineari) che accelerano il processo di riscaldamento globale.
La quantità di metano imprigionata è molto maggiore rispetto a quella contenuta nel permafrost. Gli idrati di metano sono composti stabili in condizioni di elevate pressioni e temperature molto basse. Se aumentano le temperature o si riducono le pressioni, il ghiaccio fonde e il metano si libera in forma gassosa.
Il riscaldamento globale è un problema mondiale che richiede risposte universali. Le conseguenze sono pesanti per tutti. E’ un fattore che ci accomuna. In questa era problematica occorre puntare su ciò che ci unisce e non su ciò che ci divide. La sopravvivenza dell’Umanità può essere conseguita solo se affrontiamo insieme le grandi sfide, la pace ed il riscaldamento globale.
[1] Cfr. https://www.scienzenotizie.it/2022/01/08/nel-2021-registrati-al-polo-nord-piu-di-7mila-fulmini-colpa-della-crisi-climatica-0551048
[2] Fonte: Mario Tozzi «Clima. Ultima chiamata» https://www.youtube.com/watch?v=LoLczMPNR-w&ab_channel=FIERADELLEPAROLE
[3] https://www.qdpnews.it/comuni/conegliano/la-colpa-del-riscaldamento-globale-e-delluomo-il-climatologo-luca-mercalli-inaugura-il-festival-note-dalluniverso/
Estratto da SFIDE E PROSPETTIVE PER L’UMANITÀ DI OGGI, Ing. Marco Bresci, Giornata della Terra – 22 aprile 2024, Liceo Scientifico “Amedeo di Savoia”, Aula Magna, viale Adua 187, Pistoia
Bibliografia
– Arctic Methane Emergency Working Group: John Nissen, Peter Wadhams, Stephen Salter, Brian Orr, Peter Carter, Sam Carana, Anthony Cook, Gary Houser, Jon Hughes, Graham Ennis, Call for an urgent escalation of scientific inquiry and development of countermeasures; Editor: Jon Hughes
– Di Pierri Marica, Ballerini Tosca, Peca Maura, L’Italia vista da Parigi, Impegni internazionali e politiche nazionali per la lotta ai cambiamenti climatici, fotografie di Luca Bracali, A Sud, novembre 2016.
– Françoise Gemenne, Aleksandar Rankovic, Atlante dell’Antropocene, Mimesis, 2021.
– James Hansen e S. Caserini, Tempeste. Il clima che lasciamo in eredità ai nostri nipoti, l’urgenza di agire, marzo 2010.
– Luca Mercalli Prepariamoci a vivere con meno risorse, meno energia, meno abbondanza… e forse più felicità, Chiare Lettere, 2011.
– Luigi Ferrajoli, Per una Costituzione della Terra, l’Umanità al bivio, Feltrinelli, gennaio 2022.
– Marco Bresci, Astronave Terra, un Codice di Bordo, pubblicato su Pianeta Terra un mondo da salvare, di Luca Bracali, Silvana Editoriale, aprile 2016.
– Mathis Wackernagel, William Rees, L’impronta ecologica. Come ridurre l’impatto dell’uomo sulla Terra, Edizioni Ambiente, 2002.
– Naomi Klein, Una rivoluzione ci salverà, Rizzoli 2015.
– National Geographic, La sfida del Clima. Speciale cambiamento climatico, manuale di sopravvivenza per un Pianeta sempre più caldo, novembre 2015.
– Nicola Armaroli, Vincenzo Balzani, Energia per l’Astronave Terra, Zanichelli, 2017.
– Richard Buckminster Fuller, Manuale Operativo per la Nave Spaziale Terra, Il Saggiatore, 2018.
– Stefano Mancuso, Plant revolution, Giunti Editore, 2017.
– Ugo Bardi, La Terra svuotata. Il futuro dell’uomo dopo l’esaurimento delle risorse, Editori Riuniti University Press, 2011.
– Ugo Mattei, Beni Comuni, un manifesto, Edizioni Laterza, 2011.
– Worldwatch Institute, State of the World, rapporti annuali sullo stato del Pianeta pubblicati da Edizioni Ambiente.