Il periodo storico attuale è caratterizzato da cambiamenti sempre più veloci e dirompenti. Si distruggono equilibri consolidati, patti, trattati, conquiste sociali, habitat e risorse naturali. È molto difficile un adattamento per il precipitare degli eventi di portata sempre più vasta su tutto il globo. È una crisi di sistema, paragonabile al crollo dell’antico Impero Romano. Il prezzo da pagare è molto alto: conflitti, perdita di posti di lavoro, migrazioni forzate, violazioni dei diritti umani, distruzione sistematica dei beni comuni, danni crescenti per i cambiamenti climatici. Si sta diffondendo un senso di disagio e di oppressione nel vedere allontanarsi il sogno di un futuro sereno, sicuro e pacifico nell’arco della propria vita.
La politica, nei regimi democratici, dittatoriali o fondamentalisti, nelle istituzioni internazionali, non sembra essere all’altezza per governare il cambiamento irreversibile della società angustiata da problemi globali. La politica è stata soppiantata dalla finanza, i cui scopi non sono la prosperità mondiale, il benessere distribuito, la salvaguardia dell’ambiente, la pace universale permanente.
Le ideologie e le filosofie non riescono a fare presa sulle coscienze, sempre più distratte dal “mordi e fuggi”, da un eccesso di informazioni, da un materialismo grasso ed invadente.
La scienza con la tecnologia ed il digitale sono impotenti a migliorare la qualità della vita perché le persone non hanno ancora avuto un’educazione adeguata per renderle oneste, coscienziose e responsabili. Di conseguenza molto spesso le conoscenze sono utilizzate per fini propri, egoistici, per fare profitti o per dominare.
In questa epoca si sono sviluppate molto le conoscenze dell’Universo, del Pianeta Terra, delle culture umane, trascurando il mondo interiore, il proprio essere. È perlopiù mancata una ricerca individuale, libera ed indipendente, su chi siamo, sugli scopi dell’esistenza, sulle origini e sulla destinazione finale. In sostanza la ricerca è prevalentemente proiettata verso “fuori”, e non verso “dentro”, per scoprire la propria realtà psicofisica, il software che muove l’hardware materiale del corpo e della mente.
Tuttavia le crisi sono opportunità di crescita. La destabilizzazione in atto spinge a trovare soluzioni in altre direzioni, potrebbe essere un’occasione da cogliere per recuperare quella parte di sapienza e di saggezza che non proviene dal mondo delle conoscenze scientifiche, intellettuali o filosofiche.
Una celebre frase attribuita ad Albert Einstein avvalora il fatto che «Non possiamo risolvere i problemi usando la stessa mentalità che li ha generati.»
E se ci fosse un progetto per l’Umanità oltre le vicende umane ed il libero arbitrio dell’uomo? Dove cercarlo? Per tentare di rispondere a queste domande occorre allargare il campo di indagine alle dimensioni spirituali, agli insegnamenti dei fondatori delle religioni che hanno dato origine alle varie civiltà che si sono succedute e protratte per secoli e millenni. Da quale religione iniziare la ricerca della verità?
Fino ad una generazione o due fa l’appartenenza religiosa era come una lotteria. A seconda di dove uno nasceva gli veniva insegnata la religione prevalente della nazione di appartenenza. Per cui se uno nasceva al Cairo sarebbe stato islamico, a New Delhi indù, in Tibet buddista, a Roma cristiano. Adesso, per la prima volta nella storia umana, un individuo è in grado di fare una propria ricerca personale, scaricare da internet i testi sacri delle varie religioni, conoscere credenti di altre religioni, visitare luoghi di culto disparati, partecipare ad incontri interreligiosi, scegliere il proprio credo, se vuole, liberamente e non per condizionamento, educazione, appartenenza o luogo di nascita. Tutto ciò rappresenta una grande conquista evolutiva. La scelta della fede di appartenenza non può essere orientata dall’esterno, esattamente come nella scelta della persona da sposare. Entrambe queste scelte rientrano nella sfera soggettiva e necessariamente devono essere frutto di una libera ricerca. L’esperienza insegna che in caso contrario nel tempo possono manifestarsi sentimenti di avversione, di fuga, o di negazione e rifiuto.
Oggi per la prima volta nella storia umana si può riconoscere la validità dei vari messaggi religiosi, contestualizzarli storicamente, trovare gli elementi comuni, gli scopi e gli strumenti per far avanzare la civiltà umana. Ma soprattutto si è in grado di scoprire una continuità temporale ed educativa.
Per esempio, il 6 gennaio, secondo il Calendario Gregoriano è l’Epifania, si ricordano i Re Magi.
Immagine: Basilica di Sant’Apollinare Nuovo a Ravenna: “I tre Re Magi”. Dettaglio da: “Maria col Bambino attorniata da angeli”. Mosaico di scuola ravennate italo-bizantina, completato entro il 526 d.C. dal cosiddetto “maestro di Sant’Apollinare”. I Magi sono indicati con i nomi di Gaspare, Melchiorre e Baldassarre. Foto di Nina-no.
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I Re Magi [1] erano sacerdoti zoroastriani che venivano dalla Persia che, a quell’epoca, era zoroastriana. Secondo i loro studi e vedendo la stella ritennero che era il tempo del Ritorno del Messia sulla Terra e si misero in cammino alla sua ricerca. I doni, oro, incenso e mirra, erano un segno di riverenza, simboleggiavano un passaggio di consegne, finiva l’era di Zoroastro ed iniziava quella di Gesù Cristo.
Esaminando la storia delle religioni si scopre che non c’è competizione o superiorità fra i messaggi originali dei Fondatori bensì un filo conduttore che li lega l’uno all’altro, con delle tracce precise.
Nella Bahagavad Gita, testo sacro per l’Induismo, si legge: «Sappi, o Principe, che ogni volta che nel mondo diminuiscono la virtù ed il diritto, ed il vizio e l’ingiustizia salgono sul trono, allora Io vengo, il Signore, e rivisito il mondo in forma visibile e mi mischio uomo tra gli uomini e con la Mia influenza e con il Mio insegnamento distruggo il male e l’ingiustizia e ristabilisco la virtù e la giustizia. Molte volte sono apparso, molte volte di nuovo apparirò». [Sri Krishna, Bahagavad Gita IV, 6-8.]
È una testimonianza dell’intervento divino nella storia, il ritorno di un Messia nei tempi critici. Riferimenti analoghi si trovano nei testi buddisti.
«Tutti i Buddha sono meravigliosi e gloriosi.
Il loro uguale non esiste sulla Terra.
Essi ci rivelano il sentiero della vita.
E salutiamo la loro comparsa con pia venerazione.» [Il Vangelo di Buddha, Secondo Antiche Cronache, di Paul Carus.]
Nella fede bahá’í si conferma che in futuro verranno altri Messaggeri di Dio dopo la venuta del Báb e di Bahá’u’lláh: «Chiunque accampi il vanto di una diretta Rivelazione da Dio, prima che spirino appieno mille anni, egli è sicuramente un mendace impostore…» [Spigolature dagli Scritti di Bahá’u’lláh, CLXVI]
Le nove religioni monoteistiche conosciute.
Da questa breve rassegna di citazioni si può comprendere che c’è un Patto di Dio con l’Umanità, che non sarà mai abbandonata. Ciò è molto consolante, specialmente nelle età oscure. Come l’alba viene quando la notte è più buia analogamente si accendono delle “luci” per guidare l’Umanità nei momenti di maggiore smarrimento.
Esiste anche un altro elemento comune nei testi sacri delle varie fedi, si annuncia la venuta del Messia degli «ultimi tempi», con l’invito universale a cercarlo ed a riconoscerlo.
Una profezia fatta da Zoroastro indica i segni del tempo per la venuta del Messaggero universale alla “fine dei tempi”. Alla domanda «Quando sarà il tempo della venuta del Promesso?», così risponde:
«O Jamasp, sappi che quando le lampade si illumineranno senza bisogno di candele, ma semplicemente toccando i muri, quando le vetture marceranno senza bisogno dei cavalli, quando gli uomini voleranno come gli uccelli, i tempi saranno maturi». [Zoroastro, Dinkird, vol.7, cap.8-9.]
Nel Nuovo Testamento si trovano alcuni riferimenti «Se Mi amate, osserverete i Miei comandamenti e Io invocherò il Padre ed Egli vi darà un altro Consolatore… il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel nome Mio, Quegli vi insegnerà tutte le cose e vi richiamerà alla mente tutte le cose che Io vi dissi». [Vangelo, Giovanni 14-26.] Altre citazioni sul Ritorno di Cristo alla “fine dei tempi” sono riportate nei Vangeli e nell’Apocalisse.
I musulmani sciiti aspettano il ritorno dell’Imàm Husayn, il Qa’im.
I musulmani sunniti aspettano la discesa dello «Spirito di Dio» (Cristo), la venuta del Midhì.
«Governa Egli la Causa dal cielo fin giù sulla terra, poi essa ascende di nuovo a Lui in un giorno della lunghezza di mille dei vostri anni, che contate». [Corano, Sura XXXII,5 – trad. di Alessandro Bausani.]
L’appello è stato lanciato in tempi diversi ed in forme diverse, ma è universale. È un’opportunità per credenti e non credenti di riconoscere la relatività e la progressività dei messaggi religiosi, superando il pregiudizio di superiorità, definitività, esclusività, che ha causato conflitti e divisioni millenarie.
I problemi oggi sono tutti globali e necessitano di una risposta universale.
Una sola nazione non può risolvere i problemi globali.
Una sola religione da sola non può risolvere le sfide mondiali.
La scienza da sola non riesce a cambiare i comportamenti delle persone
I tempi sono maturi per una fede inclusiva e non esclusiva, e per una sola patria comune, la Terra.
Una fede che includa anche la ragione e la scienza. Non si può credere in ciò che la ragione rifiuta. Una fede in armonia con la scienza, che sono i due sistemi di sapere umano. Se c’è contraddizione o non è vera scienza o non è vera religione.
La ricerca della verità passa perciò attraverso la scienza, il buon senso, l’etica e la religione. Per vincere le sfide attuali occorre lavorare per l’unione dei popoli, delle nazioni e delle religioni. È la via per la costruzione delle fondamenta di una pace universale stabile.
«Ciò che Dio ha ordinato quale sovrano rimedio e come il più possente strumento per la guarigione del mondo è l’unione di tutti i suoi popoli in una Causa universale e in una Fede comune.»
[Bahá’u’lláh, Gli Inviti del Signore degli Eserciti, SÚRIY-I-HAYKAL, 176]
«Vi sarà un solo ovile ed un solo pastore…» [Vangelo, Giovanni 10:16.]
Note
[1] «Quasi cinquecento anni prima che l’apostolo Matteo scrivesse il suo Vangelo, ne parla anche lo storico greco Erodoto, che li descrive come una delle sei tribù dei Medi, un antico popolo iranico stanziato in gran parte dell’odierno Iran centrale e occidentale, a sud del mar Caspio. Essi precisamente costituivano la casta sacerdotale ed erano perciò sacerdoti della religione zoroastriana (credevano nel Dio unico Ahura Mazda), il cui culto fu riformato nel VI secolo a.C. da Zarathustra. Coltivavano anche l’astronomia ed erano dediti all’interpretazione dei sogni, come attestano fonti storiche riguardanti, ad esempio, l’imperatore persiano Serse.» [Fonte: Avvenire, Tutto sui Magi: chi erano, da dove venivano, perché sono citati nel Vangelo?]