La Stazione Spaziale Internazionale mostrata in questa fotografia è stata scattata da un membro dell’equipaggio della STS-134 sulla navetta spaziale Endeavour dopo che la stazione e la navetta hanno iniziato la loro separazione post-sgancio. Lo sganciamento dei due veicoli spaziali avvenne alle 23:55 (EDT) del 29 maggio 2011.
http://www.spaceflight.nasa.gov/gallery/images/shuttle/sts-134/html/s134e010137.html
Il coronavirus è un campanello di allarme per i danni causati all’ambiente dalle attività umane incontrollate.
Per salvare l’ambiente, oggi minacciato dalla combustione di carbone, petrolio, gas naturale, dalle deforestazioni, dall’inquinamento e dall’estrazione intensiva delle materie prime, dai rifiuti dovuti all’usa e getta che invadono gli oceani, ecc… occorre adottare un nuovo paradigma ambientale, economico, sociale, etico e ambientale.
Immaginiamo che sulla stazione spaziale orbitante ISS (International Space Station) qualcuno cominciasse a sostenere che «l’ossigeno è mio e non te lo do», che si impossessasse dei beni comuni come l’acqua, gli alimenti, il carburante, l’energia sviluppata a bordo con gli impianti fotovoltaici.
In questa situazione verrebbero meno il senso di appartenenza ad una squadra, composta da membri di varie nazionalità, la libera e volontaria condivisione delle risorse, il perseguimento di obiettivi ben definiti e concordati. L’appropriazione di beni di prima necessità genererebbe sulla ISS dei conflitti, che potrebbero compromettere la stessa missione.
Naturalmente questa è una situazione limite, gli astronauti sono sottoposti ad una selezione durissima e ad una intensa preparazione fisica, mentale, culturale e psicologica, ragion per cui un caso del genere è altamente improbabile, ma non da escludere del tutto, data la debolezza della natura umana. In orbita la paura di non poter tornare a casa tiene a bada nell’uomo velleità di possesso, di utilizzo egoistico, o di protagonismo. Se a bordo c’è un problema tutti si impegnano e collaborano al meglio per risolverlo, senza distinzioni o pregiudizi. La competizione è sostituita dalla cooperazione con un processo consultivo dove ognuno esprime quello che pensa in base alle proprie competenze ed esperienze. I rifornimenti provengono da Terra per mezzo di navette lanciate dalle varie agenzie aerospaziali. Il modello di vita a bordo della ISS funziona molto bene, merita pertanto attenzione, sotto tutti i punti di vista. Lassù non possono scoppiare conflitti, nessuno si mette a sparare o a rompere i vetri degli oblò, la paura, sempre presente, di non tornare, condiziona, tiene a bada i bassi istinti dell’uomo.
Qui, sull’Astronave Madre Terra, le cose potrebbero essere organizzate in maniera analoga, con regole ben definite e rigorose. Non c’è la percezione del rischio di compromettere la missione, che potrebbe tenere a bada impulsi irrefrenabili ed egoistici, nonostante che, ad esempio, i cambiamenti climatici siano una seria minaccia, non tanto per il Pianeta, che troverà comunque un altro equilibrio, quanto per le condizioni di vita dell’uomo e di moltissime altre specie. C’è da salvare la specie umana dall’estinzione, per il suo impatto insostenibile sul sistema.
Sulla Terra non si è ancora sviluppato il senso di appartenenza ad una squadra, come nell’equipaggio della ISS, di conseguenza resta difficile adottare principi come la moderazione nei consumi, una felice condivisione dei beni e delle risorse fra le nazioni, l’unità e la collaborazione nelle imprese umane. Vige la disunione, a cui si aggiunge la non eticità dei comportamenti. Ogni giorno muoiono più di ventimila bambini per fame e malattie infettive, si estinguono specie animali e vegetali. Ci sono decine di conflitti che possono sfuggire di mano e diventare una minaccia per la popolazione mondiale. Si abbattono e si bruciano le foreste, si distruggono gli stock ittici con la pesca intensiva, si cementifica a oltranza il territorio, si consumano le risorse del sottosuolo fino all’esaurimento, senza minimamente pensare alle generazioni che verranno. Si tagliano le cime delle montagne per estrarre carbone; si prelevano le ultime gocce di petrolio dalle sabbie bituminose; si estrae sia metano che petrolio dagli scisti bituminosi con tecniche di fratturazione idraulica (fracking) con gravissimi danni per l’ambiente.
Si continua a produrre strumenti di guerra, nonostante gli sconfinati arsenali di armi convenzionali, biologiche, chimiche, nucleari che sono già un serio pericolo per la sopravvivenza dell’Umanità. Continuare a fabbricare e a vendere armi è un incentivo a mantenere i conflitti esistenti o a crearne nuovi. L’estrazione delle materie prime e la non equa ripartizione delle ricchezze provocano, insieme alle guerre, miseria e causano il fenomeno dei “migranti”.
Proprio come sull’astronave ISS, il sistema Terra è chiuso, limitato, molto fragile, basta poco per sconvolgere gli habitat. La possibile estinzione di specie animali, come le api, a causa di malattie e dell’uso dei pesticidi, possono mettere a rischio l’intera produzione agricola mondiale. Uno studio dell’ONU prevede, entro il 2050, dai 200 ai 250 milioni di profughi ambientali (emigranti per motivi climatici) che si aggiungono a quelli per guerre e per carestie. [1]
Ci sono numerosi studi scientifici, delle agenzie dell’ONU, delle grandi organizzazioni economiche internazionali, come Banca Mondiale e Fondo Monetario Internazionale, con dichiarazioni significative, come quella di Christine Lagarde, direttore generale del FMI, nel corso di un incontro con il presidente della Banca Mondiale, Jim Yong Kim: «Siamo rovinati se non agiamo sul cambiamento climatico… Senza un’azione forte l’Umanità è condannata allo stesso destino dei polli peruviani, che sono fritti, grigliati, tostati e arrostiti», invitando i governi pertanto a eliminare i sussidi sui combustibili fossili. [2]
Anche istituzioni e leader religiosi sono impegnati a svolgere la loro parte, facendo leva sulle coscienze dei credenti, contribuendo a sensibilizzare l’opinione pubblica su questi problemi e a comportarsi con onestà e rettitudine. Alla base di tutto, della questione ambientale, della crisi sociale, economica e finanziaria, c’è la questione morale, per cui è fondamentale la collaborazione fra le religioni. Nell’Enciclica Laudato si’, recentemente pubblicata da Papa Francesco Bergoglio, si afferma: «Purtroppo, molti sforzi per cercare soluzioni concrete alla crisi ambientale sono spesso frustrati non solo dal rifiuto dei potenti, ma anche dal disinteresse degli altri.» [3]
Il disinteresse degli altri, si vince con l’esempio, con l’impegno in prima persona, con l’educazione. Ci sono numerosi esempi di naturalisti, scienziati, biologi, che sono portatori del messaggio dell’urgenza di un cambiamento epocale del nostro sistema di vita.
Nel 2005 il National Geographic affida al fotografo James Balog il compito di documentare con le immagini lo scioglimento dei ghiacciai in Islanda a seguito dei cambiamenti climatici che interessano tutto il pianeta. Seppur scettico, Balog si avvia verso un viaggio rivelatore che fa nascere in lui il desiderio di affrontare una sfida più estrema: raggiungere il Polo Nord e fotografare i mutamenti che con le loro conseguenze sono destinati a cambiare irreversibilmente l’assetto della Terra. Piazza una trentina di fotocamere nei pressi dei più grandi ghiacciai del globo, che scattano foto ogni ora, per mesi, poi per anni. Lo scetticismo è vinto guardando quanto accade: a intervalli di tempo (time lapse), giustapposte in velocità, le foto formano la trama di un film scioccante, un movimento senza arresti dei ghiacci di decine di migliaia di anni fa che si assottigliano, esauriscono e svaniscono. La documentazione è stata raccolta nel film “Chasing Ice”. [4] Ci sono tanti esempi di grandi uomini che dedicano la loro vita al nobile scopo di salvare l’Umanità.
A livello istituzionale è stato raggiunto nel 2015 un’intesa per un accordo sul clima, a Parigi durante COP 21. Esso rappresenta un significativo passo avanti dal punto di vista politico, ma non adeguato rispetto alla gravità della situazione, perché non è vincolante, non sono previste sanzioni per gli Stati inadempienti. Alcuni scienziati, come James Hansen, ammoniscono che per salvare il clima è necessario adottare a livello universale una tassa sui combustibili fossili. Il sistema potrebbe oltrepassare il punto di non ritorno per la calotta glaciale dell’Antartide occidentale e le conseguenze sarebbero imprevedibili e pericolose. Occorre agire con saggezza, determinazione ed in fretta.[5]
Qualcosa si muove, a livello individuale e collettivo, ma è necessario l’apporto di tutti, per salvare le meraviglie rimaste del nostro Pianeta e la nostra sopravvivenza.
Nell’ottica di questa visione, a fronte di queste immense sfide globali, occorre un “Codice di bordo” per l’Astronave Terra, un avanzamento giuridico verso la definizione dei diritti e dei doveri dell’Umanità, la quale costituisce l’equipaggio, insieme agli altri esseri viventi.
Le sfide globali, come quella della pandemia e dei cambiamenti climatici, sono opportunità per un passaggio, necessario ed improrogabile, da un tipo di organizzazione nazionalistico – conflittuale, basato sulla competizione, sul consumismo sfrenato, sulla dissipazione delle risorse e dell’energia, sullo spreco, ad una società planetaria che garantisca una vita accettabile e dignitosa ad ogni abitante del Pianeta, presente e futuro.
Ci si augura che Università, la Scuola di Economia Civile, centri di studio di diritto internazionale possano individuare i doveri universali, ovvero quelle regole, leggi e normative adeguate ad una civiltà mondiale affinchè siano finalmente oggetto di studio nei numerosi ambiti, tramite tesi di laurea, seminari, studi da parte di giuristi, esperti di diritto pubblico internazionale, avvocati, sociologi, politici, studenti, per dare vita ad una Magna Carta dell’Umanità. I passi successivi saranno la sottoscrizione da parte dei leader delle nazioni, l’approvazione dei rispettivi governi ed infine dai popoli del mondo. Un accoglimento e riconoscimento universale.
Il grado di avanzamento di una civiltà si può misurare attraverso molteplici indicatori e chiavi di lettura, esaminando la legislazione, il grado di giustizia ed equità nell’applicazione. Oppure con la capacità di trovare soluzioni ai problemi ed ai conflitti del nostro tempo. La più grande sfida del nostro tempo è il raggiungimento di una pace mondiale permanente.
Occorre rifarsi agli insegnamenti universali, riscoprire quei principi spirituali di etica universale o valori umani, tratti dall’Antica Sapienza che ci è stata trasmessa nel corso dei tempi e delle epoche dai grandi Maestri di Vita, i fondatori delle religioni rivelate. Tali principi o valori permettono di trovare soluzioni ai problemi sociali, morali, economici, ambientali che circondano l’Umanità.
La destabilizzazione del sistema dovuta alle crisi globali possono essere viste come un momento di riflessione per migliorare la qualità dei rapporti e delle relazioni, che necessariamente devono essere basate sul rispetto del prossimo e dell’ambiente, al fine di conseguire una pacificazione a tutti i livelli.
Un semplice cambiamento di una lettera, il passaggio dall’Ego all’Eco può cambiare una società, fino ad oggi gerarchica, piramidale, con l’uomo al vertice che comanda la donna e gli altri esseri viventi in un modello dove facciamo tutti parte organica di un sistema vivente, l’equipaggio dell’astronave Terra.
La sostenibilità deve essere ambientale, economica e sociale, è l’intersezione fra rispetto ambientale, equità economica ed inclusione sociale. Questo è il nuovo orizzonte futuro degli eventi. È necessario salvaguardare e promuovere l’ambiente, l’occupazione, l’integrazione sociale.
Ognuno può fare qualcosa per l’ambiente, per il Pianeta, per l’Umanità, per la Pace Mondiale Permanente: siamo gocce, ma tante gocce fanno un oceano (nella figura soprastante, tante mani fanno un albero).
«Siete tutti foglie dello stesso albero e gocce dello stesso oceano». «La Terra è un solo Paese e l’Umanità i suoi cittadini». [6]
Note
[1] Fonte: Cambiamenti climatici e profughi ambientali, Legambiente, <http://www.legambiente.it/sites/default/files/docs/dossier_profughi_ambientali_2.pdf> .
[2] Fondo Monetario Internazionale: agire sul clima o sarà rovina, pubblicato il 08.10.15, <http://www.tgcom24.mediaset.it/mondo/fmi-agire-sul-clima-o-sara-rovina_2137337-201502a.shtml>.
[3] Laudato si’, paragrafo 14 dell’Enciclica di Papa Francesco.
[4] Chasing Ice, USA, Bolivia, Canada, Francia, Groenlandia, Islanda, Italia 2011. Genere: Documentario, durata 78′, regia di Jeff Orlowski.
[5] James Hansen a Parigi al summit internazionale sul clima COP21, articolo pubblicato su il Guardian, «James Hansen, father of climate change awareness, calls Paris talks ‘a fraud’» <http://www.theguardian.com/environment/2015/dec/12/james-hansen-climate-change-paris-talks-fraud>.
[6] Dagli scritti di Bahá’u’lláh, <www.bahai.it> , <www.bahai.org> .