La vita è sempre sul palmo della mano, in qualsiasi momento si può lasciare questo mondo. La scienza e la tecnologia hanno fatto passi da gigante, al di sopra delle aspettative e dell’immaginazione. Tuttavia eventi come l’affondamento del Titanic e l’incidente al Titan proprio nei pressi del relitto del Titanic possono essere motivo di alcune riflessioni.
La nobiltà dell’uomo si misura sulla saggezza, sulla moderazione, sulla giustizia, sull’onestà, sulla solidarietà e le altre virtù che l’anima può sviluppare nel suo percorso terreno.
La tecnologia può farci perdere la testa e sconfinare in una specie di delirio di onnipotenza?
A questo riguardo può essere utile meditare su un discorso di un Personaggio di altissima levatura spirituale, che fu ispirato a non imbarcarsi sul Titanic.
23 aprile 1912
Casa del signor Arthur J. Parsons e signora
1700 Eighteenth Street, NW, Washington, D.C.
APPUNTI DI JOSEPH H. HANNEN
«Oggi ho parlato dall’alba fino ad ora, ma a causa dell’amore, dell’amicizia e del desiderio di stare con voi, sono venuto qui per pronunciare un altro breve discorso. Negli ultimi giorni si è verificato nel mondo un evento terribile, un evento che rattrista i cuori e addolora gli spiriti. Mi riferisco al disastro del Titanic, nel quale sono annegati tanti esseri umani e un gran numero di anime sono trapassate al di là di questa vita terrena. Anche se l’evento è increscioso, dobbiamo capire che tutto ciò che accade è dovuto a una saggezza e che nulla avviene senza una ragione. In ogni cosa si cela un mistero. Ma qualunque siano la ragione e il mistero, è stato un evento triste, che ha fatto versar lacrime a molti occhi e ha arrecato dolore a molte anime. Ne sono stato molto colpito. Alcuni di colo-ro che abbiamo perduto hanno viaggiato con noi sul Cedric fino a Napoli e poi si sono imbarcati sull’altra nave. Quando penso a loro, mi sento molto triste. Ma quando considero questa calamità sotto un altro aspetto, mi consola sapere che i mondi di Dio sono infiniti, che se essi sono stati privati dell’esistenza, hanno altre opportunità nella vita di là, come Cristo ha detto: «Nella casa del Padre mio vi sono molti posti». Sono stati allontanati da ciò che è temporaneo e trasferiti nell’eterno, hanno abbandonato questa esistenza mortale e varcato le porte del mondo spirituale. Abbandonati i piaceri e gli agi del mondo terreno, partecipano ora di una gioia e di una felicità ben più durature e reali, perché sono andati nel Regno di Dio. La misericordia di Dio è infinita ed è nostro dovere ricordare queste anime trapassate nelle nostre preghiere e nelle nostre suppliche, sì che sempre più si avvicinino alla Sorgente.
Le condizioni in cui l’uomo si trova possono essere paragonate al grembo della madre, dal quale il bambino nasce nel vasto mondo esterno. All’inizio è difficile per il neonato adattarsi alla nuova esistenza. Piange come se non volesse separarsi dalla sua angusta dimora e come se si immaginasse che la vita sia circoscritta a quel-lo spazio limitato. È riluttante a lasciare la propria casa, ma la natura lo costringe a venire in questo mondo. Giunto nelle nuove condizioni, scopre di essere passato dal buio a una sfera di radiosità, di essersi trasferito da ambienti oscuri e angusti a un ambiente spazioso e gradevole. Suo nutrimento era stato il sangue di sua madre, ora trova deliziosi cibi da gustare. La sua nuova vita è piena di splendore e di bellezza. Egli guarda con stupore e con delizia i monti, i prati e i verdi campi, i fiumi e le sorgenti, le meravigliose stelle. Respira l’aria vivificante e loda Iddio per essere stato libera-to dalla prigionia della precedente condizione e aver conseguito la libertà di un nuovo reame. Questa analogia descrive il rapporto fra il mondo temporale e la vita al di là, il transito dell’anima dell’uomo dal buio e dall’incertezza alla luce e alla realtà del Regno eterno. Dapprima è assai difficile per l’anima accettare la morte, ma dopo essere giunta alla nuova condizione, essa è grata, per-ché è stata sciolta dal vincolo a ciò che è limitato per godere le libertà dell’illimitato. È stata liberata da un mondo di pene, dolori e tribolazioni per vivere in un mondo di beatitudine e gioia senza fi-ne. Ha abbandonato ciò che è fenomenico e fisico per poter coglie-re le opportunità di ciò che è ideale e spirituale. Perciò le anime di coloro che sono trapassati dalla terra e hanno completato il percorso del pellegrinaggio mortale nel disastro del Titanic sono andate in un mondo superiore a questo. Da queste condizioni di buio e di visione offuscata sono volate nel reame della luce. Queste sono le uniche considerazioni che possano confortare e consolare coloro che essi hanno lasciato.
Questi eventi hanno anche ragioni più profonde. Il loro obiettivo e il loro scopo è di impartire all’uomo certe lezioni. Viviamo in un giorno di fiducia nei mezzi materiali. Gli uomini si immaginano che le grandi dimensioni e la grande forza di una nave, la perfezione dei macchinari o l’abilità del navigatore assicurino la salvezza, ma questi disastri talvolta si verificano perché gli uomini sappiano che Dio è il vero Protettore. Se è volontà di Dio proteggere un uomo, una piccola nave evita la distruzione, mentre l’imbarcazione più grande, costruita alla perfezione e guidata dal navigatore più bravo ed esperto, non può sottrarsi a un pericolo come quello che c’era nell’oceano. Lo scopo è che la gente del mondo si rivolga a Dio, l’Unico Protettore, che le anime umane contino sulla Sua protezione e sappiano che la vera salvezza è in Lui. Questi eventi accadono per accrescere e rafforzare la fede dell’uomo. Perciò, anche se ci sentiamo tristi e scoraggiati, dobbiamo supplicare Dio di volgere i nostri cuori verso il Regno e pregare per quelle anime trapassate, avendo fede nella Sua infinita misericordia, sì che, pur private della vita terrena, esse godano di una nuova esistenza nelle supreme magioni del Padre Celeste.
Nessuno si immagini che queste parole implichino che l’uomo non debba essere scrupoloso e attento nelle sue imprese. Dio ha donato all’uomo l’intelligenza, affinché si tuteli e si protegga. Perciò egli deve rifornirsi e circondarsi di tutto ciò che l’acume scientifico può produrre. Deve essere cauto, riflessivo e scrupoloso negli intenti, costruire le migliori navi e procurare i comandanti più provetti. E tuttavia si affidi a Dio e consideri Dio il solo Protettore. Se Dio lo protegge, nulla può attentare alla sua sicurezza. E se non è Suo volere proteggerlo, nessuna misura di preparazione e precauzione potrà servirgli.»
‘Abdu’l-Bahá, La Promulgazione della Pace Universale.
La vita è un apprendimento continuo, la natura, gli eventi, la storia offrono lezioni da cui imparare. Ci sono dei campi, come la manipolazione genetica, il transumanesimo, la geoingegneria, l’intelligenza artificiale ed altri che richiedono prudenza, maturità, attenzione e responsabilità. I suggerimenti e le riflessioni che provengono dalle guide spirituali possono salvarci da tragedie e conseguenze nefaste.